Nel pomeriggio del 28 ottobre 2016 il ponte di Annone Brianza che scavalcava la Statale 36, in Lombardia, è crollato mentre sopra stava passando un autoarticolato e sotto un'autovettura. Il camionista è rimasto ferito, mentre il conducente della vettura, Claudio Bertini, è morto sul colpo. Durante l'inchiesta sulle responsabilità del crollo è stata esclusa l'azienda di autotrasporto, mentre sono state coinvolte l'Anas, che gestisce la superstrada, la Provincia di Lecco, che gestisce la strada su cui passava il ponte e quella di Bergamo, con un rimpallo reciproco delle responsabilità. Dopo la chiusura della complessa indagine, l'8 febbraio è avvenuto a Lecco il primo appuntamento processuale davanti al Gup di Lecco, Paolo Salvatore. Dopo la decisione sulla costituzione delle parti civili e delle parti lese, il giudice ha fissato l'udienza preliminare all'11 marzo, quando sarà deciso chi dei cinque indagati dovrà affrontare il processo.
Dal balletto delle responsabilità, la Procura di Lecco ha individuato cinque persone di cui chiede il rinvio a giudizio per i reati di omicidio colposo, disastro colposo e cooperazione in disastro colposo: due funzionari della Provincia di Lecco, uno della Provincia di Bergamo, un dirigente dell'Anas e un professionista di Busto Arsizio. L'indagine ha invece escluso responsabilità dell'impresa di autotrasporto titolare dell'autoarticolato che viaggiava sul ponte al momento del crollo e del suo autista, che è risultata in regola con le autorizzazioni al trasporto.
La Procura ha presentato una relazione del professor Marco Di Prisco, docente d'Ingegneria civile e ambientale al Politecnico di Milano e Lecco, secondo cui una causa del crollo sarebbe il mancato limite di transito sul ponte a 44 tonnellate (l'autoarticolato portava coil con massa complessiva di 108 tonnellate) e di questo sarebbe responsabile la Provincia di Lecco, che gestisce la strada. Ma la relazione stabilisce anche la corresponsabilità dell'Anas per la carenza della manutenzione del ponte, poiché l'intervento più recente risaliva al 1983 e della provincia di Bergamo, che ha concesso all'azienda di autotrasporto un'autorizzazione al trasporto eccezionale senza verificare le condizioni dell'infrastruttura.
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