La Roma-Pescara, il principale asse ferroviario trasversale dell’Italia centrale, sarà adeguata anche per il traffico merci. La svolta, perché di svolta bisogna parlare, è arrivata nel corso di un incontro al ministero delle Infrastrutture il 7 ottobre 2020, alla presenza della titolare del dicastero Paola De Micheli, dei presidenti delle Regioni Lazio e Abruzzo e di Rfi nella figura dell’amministratore delegato Maurizio Gentile. In questa occasione è stato presentato un documento congiunto che rappresenta l’esito del gruppo di lavoro istituito a marzo 2020 per individuare tutti gli interventi infrastrutturali, tecnologici e operativi necessari. Il momento appare propizio, avendo la possibilità di accedere ai fondi europei dopo aver inserito questo asse nel piano Italia Veloce e stabilito che tutto l’iter sarà seguito da un commissario straordinario. L’investimento previsto è imponente: 6,5 miliardi di euro per il completamento di tutto il progetto da realizzare per tappe in almeno sette anni.
La Roma-Pescara è una direttrice da ripensare profondamente se l’obiettivo è quello di dare a questa linea un ruolo che ora manca completamente, quello di collegamento veloce per passeggeri e merci. L’attuale linea ottocentesca (1873-1888) lunga 240 km è a binario singolo, ha pendenze superiori al 30 per mille, presenta una sagoma limite in galleria non idonea rispetto agli standard europei, un peso assiale limitato, con moduli ferroviari di stazione inferiori a 750 metri, stretti raggi di curvatura e un’ottantina di passaggi a livello. Non è pertanto adeguata al traffico merci, oltre a rappresentare una strozzatura anche per quello passeggeri a lunga distanza.
Con il potenziamento si crea un ponte tra est e ovest nell’Italia centrale che darebbe vita a un corridoio con più poli: da una parte Pescara e Ortona dove è insediato il maggior porto commerciale della regione abruzzese connesso alla rete ferroviaria, dall’altro Roma con il porto di Civitavecchia e Napoli. Lungo l’asse ferroviario tra Pescara e Roma sono presenti porti, interporti e zone industriali potenzialmente interessate al servizio ferroviario merci da rivitalizzare nel segno dell’intermodalità.
Il piano di adeguamento della Roma-Pescara rappresenta l’ultimo tassello in ordine di tempo per il potenziamento di tutti gli assi ferroviari nell’Italia centrale e sud continentale. La Napoli-Foggia-Bari è ormai quasi tutta cantierata o appaltata, mentre nel settembre 2020 è stato istituito un gruppo di lavoro per porre mano anche alla Orte-Falconara, collegamento ferroviario tra la dorsale tirrenica e la direttrice adriatica, linea in parte già raddoppiata e rettificata nel corso degli anni. Su quest’ultima linea, Rfi si è impegnata a riordinare tutti i progetti esistenti, nessuno dei quali esecutivo, per ricomprenderli in una visione organica di corridoio ad alta capacità.
Piermario Curti Sacchi