Dagli anni Sessanta, quando sono cominciati i lavori, l'autostrada che collega Salerno con Reggio Calabria è stata inaugurata innumerevoli volte e oggi tocca al Governo Gentiloni chiudere, per ora, questo capitolo, con l'apertura al traffico della galleria Larìa, in provincia di Cosenza. Ricordiamo che l'originale tracciato era già stato completato, poi sono ricominciati i lavori per "rettificarlo", ossia per renderlo meno tortuoso sostituendo molti viadotti con gallerie.
Ora, il nuovo tracciato parte da Fasciano, in provincia di Salerno, e arriva a Villa San Giovanni, con una lunghezza complessiva di 436 chilometri. E, come accade spesso nel marketing, viene "ribrandizzata", ossia cambia nome: da A3 ad A2 (numerazione finora mai usata) e da Salerno-Reggio Calabria a Autostrada del Mediterraneo. Il cambio di nome potrebbe essere giustificato dal fatto che la nuova autostrada non arriva esattamente a Reggio Calabria, ma si ferma prima.
Infatti, l'ultimo tratto tra lo svincolo di Campo Calabro e il centro abitato di Reggio Calabria diventa la Tangenziale di Reggio Calabria. Non sarà ricostruito, ma beneficerà di una manutenzione straordinaria da 44 milioni, che, precisa l'Anas, "prevede restauro conservativo su alcune opere d'arte presenti lungo il tracciato, la sostituzione delle barriere di sicurezza esistenti, il rifacimento delle opere di regimazione idraulica e della pavimentazione degli strati superficiali della piattaforma stradale, interventi di mitigazione acustica attraverso l'installazione di barriere fonoassorbenti". I lavori sono stati aggiudicati il 21 dicembre 2016 e dureranno due anni.
In un altro tratto di 58 chilometri tra le province di Cosenza e Vibo Valentia, che ha già caratteristiche autostradali, l'Anas prevede una manutenzione straordinaria. La società spiega che "il piano consiste nel risanamento profondo o superficiale del corpo stradale e della pavimentazione stradale e della relativa segnaletica verticale ed orizzontale; nella installazione di nuove barriere e di reti di protezione sui viadotti; nel risanamento/restauro delle opere d'arte; nell'adeguamento degli impianti di alcune gallerie e nel miglioramento degli impianti di illuminazione degli svincoli; nella integrazione delle opere idrauliche di drenaggio delle acque di piattaforma e di presidio dell'infrastruttura; nel consolidamento dei versanti interessati da fenomeni di dissesto; nell'incremento delle piazzole di sosta lungo le due carreggiate".
L'Anas ha anche annunciato un programma per rendere l'autostrada A2 una "smart road", ossia dotarla di connessioni con i veicoli tramite una rete wireless che permetteranno lo scambio d'informazioni con gli automezzi, fino ad arrivare alla guida autonoma e a telecamere che valuteranno l'intensità del traffico. Una tecnologia che potrà anche introdurre il pedaggio telematico, ossia senza la necessità di caselli.
E proprio il pedaggio potrebbe essere il boccone amaro di tutto il progetto, perché ora l'A2 ha tutte le caratteristiche di un'autostrada e quindi si può introdurre il pagamento. Di rendere questo tratto a pagamento se ne parla da tempo, anche se non sui comunicati stampa dell'Anas o sulle veline del Governo. La prima ipotesi apparve sei anni fa sulla Legge Finanziaria firmata da Tremonti, poi è stata accantonata per le proteste dei calabresi (e dei romani, perché si pensava anche d'introdurre il pedaggio sul Gra). Chissà se passata la festa sarà gabbato il Santo.
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