Nel luglio 2016, un comunicato dell'Autostrada Pedemontana Lombarda annunciava importanti cambiamenti e innovazioni, fra cui la riduzione del costo dei pedaggi e l'incremento di informazioni e trasparenza relative all'andamento dei lavori. Nonostante le offerte del periodo estivo (prorogate fino al 31 marzo 2017), che prevedevano uno sconto del 50 percento sui pedaggi a coloro che utilizzavano un metodo di pagamento automatico e superavano una soglia mensile, con l'inizio dell'anno nuovo anche la Pedemontana ha provveduto ad aggiornare le proprie tariffe.
Il rincaro è pari all'inflazione programmata, cioè lo 0,90 percento. Nel tratto di 19 km che collega l'interconnessione A8/A36 con l'interconnessione A9/A36 (da Cassano Magnago provincia di Varese) a Lomazzo (provincia di Como), il pedaggio per veicoli merci leggeri è passato così a 3,93 euro, mentre quelli più pesanti pagano ben 5,87 euro.
L'autostrada Pedemontana Lombarda è una delle infrastrutture italiane per la cui conclusione rimane difficile stabilire una data precisa, sia per l'imponenza dell'opera, che per il reperimento di fondi. Questo è quanto emerge anche dalle recenti dichiarazioni rilasciate al Corriere della Sera dall'ex magistrato di "mani pulite" Antonio Di Pietro, nominato presidente di Pedemontana Lombarda nell'estate del 2016.
Secondo l'ex ministro dei Trasporti, il progetto doveva essere pensato diversamente, perché oggi appare eccessivo, ma l'autostrada deve essere ultimata poiché costerebbe molto di più non realizzarla. Inoltre, il fondo di garanzia approvato dalla regione Lombardia (415milioni di euro) dovrebbe essere l'incentivo per banche e investitori privati a credere nell'opera, tanto che la Bei (Banca Europea per gli Investimenti) – su richiesta inoltrata dello stesso Di Pietro – ha deciso di aprire una procedura per valutare lo stato dell'arte della nuova autostrada.
Questa infrastruttura ha l'obiettivo di velocizzare gli spostamenti nell'area nord di Milano, interessando le provincie di Varese, Como e Bergamo. I tratti mancanti – da Cesano Maderno (MB) a Osio Sotto (BG) – rappresentano quasi tre quarti dell'intero progetto, a cui si deve aggiungere il completamento delle tangenziali di Varese e Como, arterie fondamentali per collegare la Svizzera e tutta l'area nord lombarda con la bergamasca. Due direttrici connesse alla Pedemontana, pensate per evitare il trafficato nodo della città di Milano e agevolare il trasporto merci su gomma lungo l'asse Europa-Italia.
Ma sono proprio le due tangenziali a scatenare le proteste più vibranti. Entrambe sono soggette al pagamento di pedaggio e la tangenziale di Varese dal primo gennaio 2017, si è adeguata agli incrementi concessi dal Governo, fissando in 1,92 euro il costo per il transito dei mezzi pesanti. "Una beffa. Chiediamo da settimane un incentivo sui pedaggi a beneficio delle imprese e del sistema economico nel suo complesso, affinché il traffico pesante e quello commerciale possano liberare le strade provinciali, sempre più affollate e impraticabili. Il problema riteniamo sia da attribuire al costo del pedaggio, troppo elevato rispetto allo stato di avanzamento dell'autostrada e delle tangenziali; problema ulteriormente aggravatosi alla luce dell'aumento scattato dal primo di gennaio", ha dichiarato a TrasportoEuropa Davide Galli, presidente di Confartigianato Varese.
Davide Debernardi
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