L’isolamento di milioni d’italiani e la chiusura di migliaia di attività produttive e commerciali ha ridotto drasticamente il numero di autoveicoli in circolazione e, di conseguenza, anche il consumo di carburante. Dal punto di vista economico questa situazione colpisce duramente i gestori degli impianti come spiega Martino Landi, presidente nazionale Faib Confesercenti: “La distribuzione carburanti è tutt’ora attiva e garantisce i rifornimenti sia in sola modalità self-service, con accettatore di banconote o carte, sia in modalità servito. Ma siamo allo stremo”.
Secondo l’associazione dei distributori l’ottanta percento dei circa 21.500 punti vendita di carburanti è aperto, nonostante una perdita economica stimata a marzo del 90%. In concreto, la perdita consiste in circa 1,95 miliardi di litri, dalla seconda settimana di marzo fino al 6 aprile 2020, che in termini economici significa una riduzione di fatturato (comprese le tasse e imposte destinate allo Stato) di 2,9 miliardi di euro. Considerando solo la parte destinata ai gestori degli impianti, la perdita di reddito lordo è di circa 60 milioni di euro. Ogni impianto ricava mediamente 300 euro lordi al mese. “È evidente a tutti che così non potremo resistere a lungo. Il Governo è stato abbondantemente avvisato, ma sul nostro settore è calata la congiura del silenzio”, dichiara la Faib.
“Ora rischiano il fallimento”, afferma Landi. “In particolare, alcuni costi fissi di gestione, utenze e servizi ed il costo sostenuto per il personale rappresentano un peso economico insopportabile per le gestioni. In queste condizioni, senza interventi del Governo e l’accesso a tutte le possibili forme di difesa del reddito, fiscali e non, sostegni economici concreti, non credo che riusciremo a continuare a garantire il servizio pubblico ancora per molto”.
Dopo un primo segnale di allarme, si sono svolte riunioni tra le associazioni, le società petrolifere ed il Governo. Ma secondo la Faib non ha portato risultati: “Il confronto con il Governo, seppur positivo nelle affermazioni e proponimenti, non si è concretizzato”. Landi conclude con un augurio: “Che in settimana la vertenza nazionale con il Governo e le altre rappresentanze si chiuda positivamente. Il rischio che le gestioni esauriscono i fondi economici per assicurarsi ulteriori forniture, non solo permane ma ogni giorno è più che reale”.