L’accordo tra il Governo e i soci di Atlantia sul progressivo passaggio della maggioranza delle quote di Autostrade per l’Italia non ferma le contestazioni aperte dal ministero dei Trasporti nei confronti della società autostradale sulle mancate manutenzioni che hanno causato il crollo del ponte Morandi e i cedimenti nelle gallerie liguri. Nei mesi scorsi, il ministero ha contestato il “grave adempimento” per non avere rispettato l’articolo 8 della concessione e ora, a luglio 2020, ha avviato una procedura convenzionale contro Aspi.
La procedura convenzionale inizia con un’indagine interna sui cantieri liguri che stanno causando lunghissime code nel nodo di Genova e sulle ispezioni di sicurezza delle gallerie, che devono avere una cadenza trimestrale. La procedura prevede un contenzioso con audizioni della società autostradale, che dovrebbero svolgersi ad agosto, e del ministero, a settembre. La parte dell’accusa è sostenuta da Placido Migliorino, il commissario nominato dalla ministra dei Trasporti per controllare la rete ligure dopo la scoperta dei falsi rapporti sui viadotti.
Secondo Migliorino, Aspi ha commesso gravi violazioni. La prima è avere svolto in maniera parziale le verifiche trimestrali sulle gallerie, ossia senza smontare le onduline che ricoprono la volta. Secondo il commissario, per verificare il reale stato della struttura, bisogna toglierle. Lui stesso ha invitato la società autostradale a farlo e poi, quando la situazione del traffico stava diventando critica per i cantieri, ha chiesto la società a usare georadar e termoscanner per svolgere i controlli.
Il verdetto sarà emesso da Ferdinando Orabona, dirigente della Direzione generale per la vigilanza delle concessioni autostradali, che se rileverà responsabilità della società autostradale dovrà decidere la sanzione. Essa può variare da una multa alla revoca della concessione nel caso di non ottemperanza o reiterazione della violazione.