La lunga serie dei sequestri di cantieri o di tratti dell'autostrada A3 prosegue e questa volta tocca a otto chilometri posti tra Mileto e Rosarno, che rientrano in un'indagine della Procura di Vibo Valentia su possibili rischi idro-geologici causati da quest'opera. Il provvedimento non incide sulla circolazione dei veicoli, che resta aperta in entrambi i sensi di marcia, ma che però resta vietata nella vicina Provinciale 58, in corrispondenza del ponte sul fiume Mesima. Gli inquirenti hanno finora indagato ventuno persone , tra cui dipendenti e dirigenti dell'Anas, i progettisti, il direttore dei lavori e il legale rappresentante della società che ha realizzato questo tratto di A3.
Le analisi dei periti attivate dalla Procura di Vibo Valentia mostrano che esiste un "rischio idraulico/idrogeologico che investe l'opera in corso di realizzazione e che, a causa dell'interferenza del fiume Mesima con la medesima e, più in dettaglio, con i viadotti Mesima 1, 2, 3 e 4 potrebbe determinare fenomeni di esondazione, come già avvenuto il 23 e 24 marzo 2016, con derivata inondazione delle strade attigue, a fronte di fenomeni atmosferici importanti, anche se non eccezionali".
Secondo i magistrati, l'esondazione del fiume sarebbe stata causata dall'abbattimento di un tratto dell'argine sinistro del fiume stesso, a monte del viadotto autostradale, inondando la Provinciale 58 "minando la sicurezza dei luoghi e delle attività e facendone derivare un pericolo per l'incolumità pubblica". L'argine sarebbe stato abbattuto durante la costruzione del viadotto stesso.
Le ventuno persone sono indagate, a vario titolo, di disastro doloso, falso ideologico e materiale in relazione alla concessione di lavori in sub-appalto senza la prescritta autorizzazione da parte della Stazione appaltante e truffa ai danni di ente pubblico circa l'indebita percezione di pagamenti per smaltimento di rifiuti di lavorazione.
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