Il precedente ministro Delrio ha lasciato sulla scrivania del suo predecessore un tema caldo del capitolo infrastrutture, che, almeno in teoria, può dividere i partiti che formano la maggioranza del Governo Conte. È intitolato concessioni autostradali: dopo la proroga di quattro anni ottenuta dal predecessore per Autostrade per l'Italia e Satap A4 (Gruppo Gavio), il nuovo Governo dovrà decidere come comportarsi verso le due principali società autostradali operanti in Italia e, più in generale verso le richieste di nuove tratte e di aumenti dei pedaggi.
La questione riguarda innanzitutto il Movimento 5 Stelle, che anche in un recente passato ha mostrato un atteggiamento barricadiero verso l'attuale regime delle concessioni. In un articolo del 5 ottobre 2017 sul sito web ufficiale del movimento intitolato "Autostrade, le concessioni in scadenza tornino allo Stato", si legge che " Il MoVimento 5 Stelle ha sempre denunciato il rischio che comporta la proroga delle concessioni autostradali, una chiusura di fatto del mercato che distorce la concorrenza e fa lievitare le tariffe dei pedaggi a carico dei cittadini. Per questo nel nostro programma di Governo, abbiamo previsto di garantire trasparenza sui contratti in corso, attualmente secretati, e far tornare le concessioni, alla scadenza, nella disponibilità dello Stato".
Più avanti, lo stesso articolo afferma che "quello delle concessioni autostradali è un business che non conosce mai crisi, soprattutto grazie a Governi troppo 'morbidi' con i concessionari e troppo severi con gli utenti. A partire dagli anni '90 sono state rinnovate molte concessioni, sia da Governi di destra che di sinistra, mediante proroghe anche di oltre vent'anni e senza gare pubbliche".
Inoltre, sulla concessione ad Autostrade per l'Italia, in un altro articolo pubblicato sul sito il 18 dicembre 2017 il senatore Andrea Cioffi scriveva che "il contratto di Concessione di Autostrade per l'Italia presenta diversi profili di gravi irregolarità ed è stato segnalato all'Autorità Nazionale anticorruzione con un esposto". Il testo prosegue spiegando che "i profili segnalati riguardano la mancata trasparenza e la supervalutazione dei valori economici che determinano l'entità del pedaggio. La tanto decantata trasparenza continua a scontrarsi con alcuni tabù che a nostro avviso non hanno alcuna ragione di esistere e sono del tutto inaccettabili. Le infrastrutture dello Stato date in concessione a privati per mezzo di atti che restano riservati, è il primo fatto che riteniamo in contrasto con leggi vigenti e per questo chiediamo un immediato cambio di rotta".
Sulla questione autostradale, invece, la Lega punta con decisione sulle concessioni alle Regioni. In un comunicato stampa pubblicato il 25 gennaio 2006 sul suo sito, il consigliere della Lombardia Fabrizio Cecchetti dichiarava che "E' ora di dire basta, le autostrade vanno regionalizzate", aggiungendo che "il presidente di Autostrade per l'Italia si disinteressa del grave ritardo infrastrutturale che dovrebbe essere il primo argomento all'ordine del giorno. Tutto questo anche perché con i soldi dei lombardi la società di Gamberale deve far quadrare i conti delle autostrade del resto del Paese. A questo punto dobbiamo dire basta, varesini e comaschi sono stanchi di pagare per tutti con code e ritardi che colpiscono duramente oltre che i pendolari anche le aziende del Nord-Lombardia che risentono dei ritardi nella consegna dei prodotti. E' ora di pensare seriamente di regionalizzare la società autostrade, in maniera che i soldi vengano investiti nella stessa arteria stradale che li ha prodotti".
Sulle concessioni autostradali, quindi, le posizioni dei due partiti al governo sono diverse: il M5S chiede la nazionalizzazione o, comunque, gare trasparenti per eventuali concessioni ai privati, mentre la Lega le vuole concedere, evidentemente senza gara, alle Regioni che le ospitano. Che cosa farà in concreto il nuovo Governo? Il "contratto" tra Lega e M5S non cita neppure una volta la parola "autostrade", quindi dovremo attendere le prime mosse del ministro Toninelli per individuare una tendenza. E le prime scelte riguardano l'attuazione della concessione in-house dell'autostrada A22 del Brennero (che riguarda direttamente la Regione Trentino Alto Adige le province di Bolzano e Trento) e i prossimi adeguamenti dei pedaggi.
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