Sulla rete ferroviaria della Lombardia ogni giorno circolano mediamente 500 treni merci che coinvolgono numerose linee, in quanto i chilometri interessati dal traffico merci rappresentano il 78% nel complesso e dove operano quasi tutte le imprese ferroviarie abilitate, 19 per la precisione. Un quadro sulla situazione esistente e sulle prospettive future in Lombardia è emerso nel corso di un seminario promosso il 6 marzo 2025 dal Cifi, il Collegio degli ingegneri ferroviari. Far convivere il traffico passeggeri con quello merci è una sfida per una rete, come quella lombarda, al limite della capacità. Per questo Rfi ha in corso diversi interventi di potenziamento e di riqualificazione che però, questo è utile sottolinearlo, intervengono quasi essenzialmente sulla rete o sui terminal esistenti, mentre sono differiti nel tempo investimenti di più vasta portata che potrebbero segnare veramente il punto di svolta.
In Lombardia è forte la vocazione verso i traffici internazionali, con il valico di Chiasso che rappresenta il 43%, seguito dalla direttrice verso Domodossola e il Sempione con il 34% e quella attraverso Luino che assorbe il restante 23%. I principali interventi in corso sulla rete lombarda riguardano quella parte dell’infrastruttura inserita nei corridoi di trasporto europei, ma dove il divario da colmare per raggiungere la piena operatività è ancora relativamente significativo: promossa a pieni voti solo la possibilità di inoltrare treni merci pesanti con la massima massa assiale prevista in Italia, così come risulta adeguato l’86% della rete Ten-T per il transito dei treni intermodali a grande sagoma, ma al contrario solo il 25% della rete fondamentale consente gli incroci secondo il modulo europeo 750 metri. Rfi stima di completare l’adeguamento in un orizzonte fissato nel 2040, ma solo per i corridoi Ten-T, perché il resto delle linee presenterà ancora limitazioni su quasi la metà dei tracciati.
Oltre alla rete, Rfi ha in corso alcuni interventi su alcuni terminal intermodali. In particolare, a Gallarate si punta a estendere la disponibilità di binari a modulo 750 metri, insieme all’attivazione di un nuovo apparato centralizzato di gestione del traffico che renderà possibile anche aumentare la contemporaneità dei treni. Significativi gli interventi su Milano Smistamento, preliminari all’insediamento di un nuovo terminal intermodale, con nuovi binari a standard europeo e la gestione centralizzata del fascio arrivi. Nuovi binari e adeguamento di quelli esistenti anche per Brescia Fascio merci, anche qui in vista di un nuovo polo intermodale, così come a Melzo scalo per ottimizzare la gestione dei treni. A Mortara invece si interviene sullo scalo ferroviario tradizionale per consentire le precedenze dei lunghi treni merci a servizio del vicino interporto.
Le sfide che la rete lombarda si trova ad affrontare sono importanti. Anche in base agli accordi del 2012 e del 2022 tra Rfi e le ferrovie svizzere, le linee di valico tra i due Paesi dovranno sopportare livelli di traffico maggiori con 170 treni al giorno via Chiasso, 130 attraverso l’itinerario del Sempione e 90 inviati a Luino, linea internazionale che però può contare su un solo binario. Come si pensa di far fronte a questi impegni? Tralasciando i semplici adeguamenti, i progetti di più vasto respiro in corso o in fase di avvio, anche se non vanno sminuiti, non rappresentano una vera svolta per il sistema ferroviario lombardo che continua a scontare il collo di bottiglia rappresentato dal nodo di Milano.
Sono quattro i principali interventi di potenziamento previsti. Il primo è rappresentato dal quadruplicamento tra Rho e Parabiago sull’asse del Sempione per un’estensione di nove chilometri al quale dovrebbe far seguito la posa di un terzo binario fino a Gallarate, ipotesi quest’ultima ferma a livello di progetto d’intenzioni. Il secondo intervento è sempre un quadruplicamento, in questo caso tra Milano Rogoredo e Pavia, ma in corso di realizzazione c’è solo la brevissima tratta di 11 chilometri fino a Pieve Emanuele. Un’ulteriore opera in cantiere è il raddoppio della linea tra Piadena e Mantova di 34 chilometri all’interno del progetto di raddoppio integrale fino a Cremona e Codogno che favorirebbe anche il passaggio dei treni merci lungo questo itinerario alternativo medio-padano. L’ultimo intervento riguarda il completamento del segnalamento a standard europeo lungo l’intera direttrice tra Milano e Chiasso.
Ma la vera svolta per le ferrovie lombarde in fatto di capacità arriverebbe solo con la realizzazione di altri quattro progetti che però restano fermi a livello di ipotesi: un terzo binario tra Camnago e Cantù con lo scavalco di Bivio Rosales verso Chiasso, due ulteriori scavalchi per ridurre le interferenze tra le linee, uno al PM Bivio Adda e l’altro a Segrate, ma soprattutto un nuovo bypass merci del nodo di Milano per far saltare il collo di bottiglia attuale.
Piermario Curti Sacchi