Il 3 marzo 2020 è stato firmato un protocollo per potenziare la ferrovia Roma-Pescara tra la ministra dei Trasporti Paola De Micheli, i presidenti delle Regioni Lazio e Abruzzo e Rfi, nella figura dell’amministratore delegato Maurizio Gentile. A questo scopo viene costituito un gruppo di lavoro tra tutte le istituzioni interessate con il compito d’identificare tutte quelle soluzioni infrastrutturali utili per potenziare la linea tra Pescara, Chieti, Avezzano e Roma.
L’attuale linea ottocentesca (1873-1888) lunga 240 km è a binario singolo, ha pendenze superiori al 30 per mille, presenta una sagoma limite in galleria non idonea rispetto agli standard europei, un peso assiale limitato, con moduli ferroviari di stazione inferiori a 750 metri, stretti raggi di curvatura e un’ottantina di passaggi a livello. Non è pertanto adeguata al traffico merci, oltre a rappresentare una strozzatura anche per quello passeggeri a lunga distanza.
Per mettere a punto un progetto di adeguamento, però non si parte da un foglio bianco. Basterebbe riprendere in mano uno studio della Regione Abruzzo del 2016 coordinato da Mario Mazzocca con il supporto tecnico di Francesco Scapaticci. Le ipotesi progettuali dello studio abruzzese riguardano la tratta da Pescara ad Avezzano, ma la stessa impostazione può essere riproposta anche sulla Avezzano-Roma. Su 108 km di tracciato si prevede di realizzare tratti in variante più favorevoli per 85,8 km, mentre il raddoppio in affiancamento alla linea attuale riguarderebbe solo 22,2 km. La pendenza scenderebbe così al 18-20 per mille, senza limiti di sagoma in galleria e con il massimo peso assiale ammesso.
Per questa prima tratta da Pescara ad Avezzano si stima un impegno economico che sfiorerebbe i tre miliardi di euro. Resterebbero poi da progettare gli interventi da Avezzano a Roma. Questi provvedimenti darebbero vita a un corridoio con più poli: da una parte Pescara e Ortona dove è insediato il maggior porto commerciale della regione abruzzese connesso alla rete ferroviaria, dall’altro Roma con il porto di Civitavecchia e Napoli. Lungo l’asse ferroviario tra Pescara e Roma sono presenti porti, interporti e zone industriali potenzialmente interessate al servizio ferroviario merci da rivitalizzare nel segno dell’intermodalità.
Piermario Curti Sacchi