Aggiornamento: il 29 giugno 2023 il giudice dell’udienza preliminare Lorenzo Prudenzano (Tribunale di Teramo) ha assolto i nove imputati delle società coinvolte in questa indagine perché risultavano mancanti i concreti pericoli per la sicurezza dei trasporti pubblici con riferimento al reato d’inadempimento di contratti di pubbliche forniture all’interno dei tratti dell’autostrada A24 compresi nel territorio di Teramo.
Le conseguenze dell’inchiesta sul crollo del ponte Morandi a Genova hanno raggiunto l’autostrada A24, che collega Roma con Teramo e il 23 novembre 2020 hanno portato al sequestro preventivo di beni per 26 milioni di euro a tre persone, che nel tempo hanno ricoperto cariche dirigenziali nella società autostradale Strada dei Parchi e alla società stessa. L’inchiesta è partita da alcune segnalazioni sull’evidente degrado delle pile di alcuni viadotti dell’A24.
La Finanza si è quindi mossa, svolgendo sopralluoghi e rilievi fotografici sulle pile del viadotto Casale San Nicola, rilevando uno “stato di grave degrado con ossidazione dei ferri dovuto anche al cedimento strutturale dei copriferri”, come spiega una nota della Finanza. Quindi i magistrati hanno esteso l’analisi anche ai viadotti Cretara, San Nicola 1 e 2, Le Grotte e Cerchiara. Anche in questi casi, i tecnici hanno trovato punti critici: “ammaloramento evidente dello strato di calcestruzzo posto a protezione dei ferri d’armatura (strato copriferro); danneggiamento delle canaline di raccolta e dei discendenti che convogliano le acque di dilavamento provenienti dalla sede autostradale; grave stato di ossidazione dei ferri delle armature esposti agli agenti atmosferici a causa della mancanza dello strato copriferro”.
L’inchiesta è proseguita anche nella sede della società autostradale, in alcuni uffici del ministero dei Trasporti e della magistratura amministrativa (Tar del Lazio e Consiglio di Stato). I magistrati hanno concluso che questa situazione è stata causata dalla “totale inadempienza dal 2009 a oggi da parte della concessionaria autostradale degli obblighi di manutenzione ordinaria sulle opere d’arte discendenti dall’atto concessorio”.
Gli inquirenti aggiungono che le uniche opere di manutenzione ordinaria svolte da Strada dei Parchi hanno riguardato “la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti strutturali dei viadotti (cassoni, pile e appoggi e ritegni antisismici)”. Alcuni interventi sono stati svolti dal 2018 e neppure a spese della concessionaria ma usando contributi statali erogati dopo il crollo del viadotto Polcevera sull’A10. Inoltre, la società autostradale doveva svolgere manutenzione straordinaria sul viadotto Temperino entro il 2013, lavori attuati nel 2018 e 2019, sempre con i soldi dello Stato.
Al termine dell’inchiesta, i magistrati hanno contestato alla società gravi inadempienze agli obblighi sulla concessione dell’A24 nel tratto della provincia di Teramo e il reato di attentato colposo ai pubblici trasporti “poiché le prolungate omissioni dal 2009 al 2018 (e in parte ancora fino all’attualità) non hanno assicurato la funzionalità e l’esercizio in sicurezza della tratta autostradale e hanno messo in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti”.
Per i reati d’inadempimento di contratti di pubbliche forniture, la Procura di Teramo ha ottenuto il sequestro preventivo di circa cinque milioni di euro, cifra che corrisponde ai risparmi ottenuti anche ricevendo contributi statali per la manutenzione.
Ai vertici della Strada dei Parchi è contestato anche l’abuso di ufficio perché “abusando della loro qualità d’incaricato di pubblico servizio, pur avendo da concessione e da Legge la facoltà di affidare i lavori connessi all’autostrada ad imprese collegate nella misura massima del 60% del valore della concessione, hanno superato detta percentuale già dal 2015 e - nonostante le varie diffide del ministero - hanno continuato ad affidare i lavori infragruppo alla Toto Spa Costruzioni Generali anche violando costantemente i dettami del Codice degli Appalti”. Per questa condotta, la Procura ha disposto il sequestro preventivo di 21 milioni di euro, equamente diviso fra tre indagati e le società collegate a Strada dei Parchi.