Il modello San Gottardo sarà preso in prestito e adottato anche sulla ferrovia del Frejus. Dopo lo svio di un treno merci avvenuto nell’agosto 2023 in seguito al quale il tunnel di base svizzero è stato temporaneamente chiuso completamente all’esercizio, la ferrovia sotto il valico alpino ha riaperto in tempi relativamente brevi ma riservando la circolazione esclusivamente al traffico merci durante le giornate dal lunedì al venerdì. Solo nel fine settimana veniva dato il disco verde al passaggio di alcuni treni passeggeri.
Secondo quanto si apprende, il ministero italiano dei Trasporti starebbe valutando questo modello di esercizio anche per la ferrovia del Frejus appena sarà riaperta parzialmente. La linea con la Francia è chiusa dall’agosto 2023 in seguito a una frana che ha interessato l’area di La Praz nel comune di Saint-André a una ventina di chilometri dal confine francese con l’Italia. I tempi per la riapertura all’esercizio della ferrovia transalpina sono ancora abbastanza fumosi, anche per la scelta delle autorità francesi di procedere con estrema cautela, da più parti giudicata eccessiva (se non addirittura un alibi), nel valutare attentamente i danni e quindi ripristinare il tracciato ferroviario.
Probabilmente l’apertura definitiva della ferrovia del Frejus su entrambi i binari potrebbe avvenire addirittura non prima della metà del 2025, ma è ipotizzabile una disponibilità almeno parziale della linea verso la fine del 2024. Da qui l’ipotesi di studiare un modello di esercizio che privilegi il trasporto merci, rispetto a quello passeggeri a lunga percorrenza che prima della chiusura era costituito da alcuni “treni bandiera”, gli italiani Frecciarossa e i francesi Tgv.
Questa scelta è legata per buona parte all’esigenza di ripristinare quanto prima i trasporti intermodali di merci pericolose che vedevano nella ferrovia il loro vettore ideale, date le limitazioni nell’attraversare i tunnel stradali. Inoltre, lo storico tunnel del Frejus, per ragioni di sicurezza, non consente il passaggio contestuale di un treno viaggiatori e di un convoglio con merci pericolose, pertanto se si volesse garantire anche il transito dei treni passeggeri ne risulterebbe un limite inaccettabile per la ridotta capacità iniziale della linea parzialmente ripristinata.
La chiusura della ferrovia storica del Frejus è lì a dimostrare quanto sia essenziale disporre di una moderna direttrice ad alta capacità, rappresentata dalla nuova Torino-Lione con il tunnel di base del Moncenisio. Dopo molte esitazioni e ripensamenti sulla volontà di procedere alla definizione del progetto che riguarda la tratta nazionale, dalla Francia arrivano indicazioni incoraggianti.
In un’intervista rilasciata al quotidiano locale Le Dauphiné Liberé, il premier francese, Gabriel Attal ha confermato l’interesse francese verso quest’opera definita, una volta per tutte, strategica. Per quanto riguarda la linea di accesso da Lione a Saint-Jean-de-Maurienne, il Governo centrale garantisce la disponibilità di 60 milioni di euro a favore della progettazione su un totale di 170 milioni, la cui quota rimanente viene coperta dalle amministrazioni regionali. Il segnale è positivo, anche se il cammino dalla progettazione ai cantieri sarà ancora molto lungo.
Piermario Curti Sacchi