Il copione a distanza di tempo viene tirato fuori dal cassetto, ma come nelle altre occasioni ci si domanda se almeno quest’ultima sarà la volta buona o sarà nuovamente riposto in archivio. Stiamo parlando del tunnel ferroviario sotto lo Stretto di Gibilterra, un’idea che finora ha avuto la stessa fortuna del ponte sullo Stretto di Messina. Spagna e Marocco hanno concordato di riavviare lo sviluppo di un progetto di massima per unire le due sponde tra l’Europa e il Nord Africa. L’ultimo annuncio era stato dato solo nel novembre 2022 nel momento in cui le autorità del Marocco avevano nominato il direttore generale della società preposta alla realizzazione dell’attraversamento sottomarino. Ora a distanza di pochi mesi viene ufficialmente confermata l’intenzione di procedere con questa opera che cambierebbe radicalmente i collegamenti terrestri tra i due continenti.
L’idea del tunnel sottomarino risale addirittura a una proposta formulata dalla Spagna nel lontano 1930, ma per le tecnologie allora disponibili l’impresa apparve subito del tutto azzardata se non improponibile. I progetti poi si sono susseguiti ciclicamente nel corso degli anni, fino ad arrivare al primo punto fermo fissato nel marzo 2009 quando in seguito a un accordo bilaterale è stata avviata la collaborazione tra le due società costituite per questo scopo, la marocchina Sned (Société nationale d’etudes du Détroit de Gibraltar) e la spagnola Secegsa (Sociedad española de estudios para la comunicación fija un traves del Estrecho de Gibraltar).
Ma il comitato misto spagnolo-marocchino in realtà non ha fatto passi avanti da quel lontano 2009, soprattutto per ragioni politiche, ma anche perché nonostante un impegno di facciata non ha mai avuto a disposizione risorse economiche adeguate. La svolta è arrivata dalla Spagna con la decisione di destinare fondi per 2,3 milioni di euro recuperati attraverso la versione iberica del Pnrr in modo da provvedere all’aggiornamento degli studi precedenti. Il 10 aprile 2023 c’è stato l’ultimo incontro ai massimi livelli tra i ministri dei Trasporti e Infrastrutture dei due paesi interessati. E ora arriva l’impegno per arrivare a un progetto concreto.
Nel punto più breve dello stretto tra Spagna e Marocco la profondità dei fondali tocca i 900 metri, per questo motivo si è scelto un tracciato di massima spostato più a ovest dove le placche europea e africana si incontrano a una profondità di circa 300 metri. La traversata in linea d’aria è lunga 14 chilometri, ma per realizzare le rampe di accesso è necessario predisporre un attraversamento sottomarino di circa 34 chilometri che parte a ovest di Tarifa, il comune spagnolo più meridionale dell’intera Europa continentale, e arriva a est di Tangeri, località marocchina nota per il suo porto. Il modello preso in prestito è quello del tunnel sotto la Manica con la possibilità di inviare oltre ai treni merci soprattutto navette ferroviarie.
Piermario Curti Sacchi