Come spesso accade, il ministro dei Trasporti anticipa importanti decisioni istituzionali tramite il suo profilo Facebook e oggi lo ha fatto per annunciare che i cantieri del Terzo Valico continueranno a lavorare fino al completamento dell'opera. "Dopo settimane di studio e calcoli da parte della struttura del Ministero che si occupa dell'analisi costi-benefici sulle grandi opere pubbliche, sono qui a raccontarvi l'esito e la decisione in merito a una delle infrastrutture che abbiamo doverosamente messo sotto esame: il Terzo Valico dei Giovi", esordisce Toninelli, che poi fa il punto della situazione: "Complessivamente il Terzo Valico costa 6,2 miliardi, di cui 1,5 miliardi già spesi. Quattro lotti su sei sono in corso di costruzione. Il primo lotto è vicino al 90%, gli altri dal 60% al 20%. Per il quinto lotto i lavori non sono partiti, il sesto deve invece essere ancora finanziato".
Il ministro definisce il Terzo Valico "uno dei tanti dossier avvelenati che ci hanno lasciato i professionisti della politica, ma che abbiamo affrontato senza pregiudizi". Quindi, il suo ministero ha attuato l'analisi dei costi e dei benefici, sulla quale in ministro dichiara: "Il costo dell'opera a finire, attualizzato a 30 anni, supererebbe i benefici per una cifra di 1 miliardo e 576 milioni. Dentro questo miliardo e mezzo ci sono varie voci, per esempio i minori ricavi dei concessionari autostradali oppure 905 milioni di euro di accise sulla benzina che non verrebbero incassate dallo Stato per via del cambio modale da strada a ferrovia".
Oltre all'analisi meramente finanziaria, il ministero ne ha svolta una giuridica che valuta i costi dell'eventuale abbandono dell'opera e su questo il ministro dichiara: " Al miliardo e mezzo già speso, per lavori già eseguiti, che non è contemplato nell'analisi giuridica, ma che a quel punto sarebbe speso per nulla, va aggiunto almeno un decimo del valore residuo del contratto: parliamo quindi di 463 milioni da risarcire al contraente generale che sta costruendo l'infrastruttura, ossia Cociv. Abbiamo detto almeno un decimo, perché si tratta di una stima prudenziale. Poi ci sono i lavori che il contraente generale affida a terzi, visto che realizza l'opera in proprio soltanto per il 40%: qui i costi, i danni e i mancati utili da pagare potrebbero attestarsi su una somma superiore a un decimo e ricadrebbero su rete ferroviaria italiana, quindi in definitiva sullo Stato. Dunque, stiamo parlando almeno di un altro mezzo miliardo. Rimanendo prudenti, siamo già di fronte a un miliardo di costi stimati derivanti da un eventuale recesso contrattuale unilaterale, a cui si sommano circa 200 milioni per il ripristino dei luoghi".
In conclusione, "il totale dei costi del recesso ammonterebbe a circa un miliardo e 200 milioni di euro di soldi pubblici. Di conseguenza il Terzo Valico non può che andare avanti. Ma farlo andare avanti non significa condurlo a termine così com'è, bensì rendere l'opera efficiente rispetto agli scopi". In concreto, per Toninelli migliorare l'opera significa portare i binari dentro al porto di Genova. Inoltre, bisogna "rendere pienamente operativo lo snodo retroportuale di Alessandria che peraltro insiste su un'area di proprietà di Rfi e Mercitalia". Il ministro sottolinea che "Alessandria deve essere e sarà il retroporto naturale di Genova perché ha tutte le caratteristiche per diventarlo".
Sul cantiere, Toninelli pone come condizione che i lavori devono procedere "in assoluta sicurezza sul piano della tutela della natura e del paesaggio", ponendo in primo piano due elementi: lo smaltimento dell'amianto e l'abolizione dei camion che trasportano i materiali di risulta dei cantieri, precisando che "questo trasferimento dovrà avvenire su ferro e solo marginalmente su gomma". Altri interventi previsti sono il possibile raddoppio della linea Andora-Finale Ligure e interventi sul nodo ferroviario di Genova per ridurre il traffico su gomma.
TESTO COMPLETO ANALISI COSTI BENEFICO SUL TERZO VALICO
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