L'Italia non è convinta dell'attuale sistema di finanziamento comunitario alle autostrade del mare. Lo ha affermato in occasione dell'assemblea di Federagenti e del Forum sulla sicurezza portuale tenutisi a Ravenna il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio: "È un errore che l'Europa escluda (dai finanziamenti comunitari, ndr) i collegamenti marittimi interni fra uno Stato membro. Noi vogliamo meno camion e più ferro e la strada da seguire è quella di aumentare i pedaggi per il trasporto su gomma e praticare sconti sulle tariffe per stimolare la ferrovia".
Il riferimento del Ministro Delrio è evidentemente ai co-finanziamenti nell'ambito dei vari programmi comunitari (in particolare il CEF-Connecting Europa Facility) che storicamente riservano i propri contributi a collegamenti marittimi fra due stati membri dell'Unione Europea mentre escludono nuove linee che fanno scalo fra porti della stessa nazione. Se l'Italia chiedesse e ottenesse da Bruxelles di eliminare questa limitazione si aprirebbero le porte a nuove forme di sostegno al trasporto combinato strada-mare.
Addirittura, qualcuno ritiene che questa riflessione del ministro possa in qualche modo rimettere in discussione anche il sistema dei contributi pubblici ai collegamenti marittimi per la continuità territoriale in scadenza in Italia nel 2020 (l'attuale beneficiario è Tirrenia CIN). In materia di co-finanziamenti alle autostrade del mare, il Gruppo Grimaldi in passato aveva invece contestato il fatto che le sovvenzioni di Bruxelles fossero riservate solo alle nuove linee denunciando una sorta di concorrenza sleale nei confronti dei collegamenti già stabilmente attivi.
A proposito del ferrobonus, lo strumento di stimolo al trasporto combinato strada-rotaia, il braccio destro del ministro, Ivano Russo, all'ultima assemblea di Anama tenutasi pochi giorni prima aveva anticipato che questo strumento d'incentivazione all'intermodalità partirà dal prossimo luglio.
Delrio nel suo discorso tenuto a Ravenna ha inoltre difeso la riforma dei porti entrata in vigore lo scorso settembre sostenendo: "Vedo le cose viaggiare" e ha aggiunto che "è meglio aspettare qualche mese il completamento di una riforma che attendere per anni la stessa riforma". A questa affermazione ha fatto seguito un elenco di opere avviate tra cui i dragaggi in alcuni porti, nuovi stanziamenti a RFI ("27 miliardi di euro negli ultimi tre anni"), interventi sull'ultimo miglio ferroviario nei porti e altre più o meno note (e più o meno effettivamente partite).
Nicola Capuzzo
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