La multinazionale di Dubai conquista un importante tassello del trasporto intermodale europeo acquisendo le due società britanniche P&O Ferries e P&O Ferrymasters, la prima operante nel trasporto marittimo ro-ro, soprattutto tra Gran Bretagna e continente, e la seconda nel trasporto ferroviario intermodale, dove negli ultimi anni ha sviluppato diversi collegamenti attraverso l'Europa. Questa operazione rientra in una strategia di allargamento delle attività dai terminal portuali al trasporto marittimo di cabotaggio e quello terrestre. P&O Ferries ha una flotta di ventuno traghetti che scalano undici porti della Manica e del Mare del Nord, mentre P&O Ferrymasters svolge trasporti tra diciannove terminal. Il gruppo muove annualmente oltre 2,5 unità intermodali e nel 2017 ha fatturato 1,1 miliardi di sterline (1,264 miliardi di euro). Dp World dichiara che per l'acquisito del Gruppo britannico ha pagato 322 milioni di sterline (circa 370 milioni di euro).
Per DP World questa acquisizione è una sorta di "ritorno", perché la società araba acquisì P&O Ports nel 2006 per 3,9 miliardi di sterline. Però fu obbligata a rivenderne una parte perché la compagnia britannica gestiva alcuni terminal container negli Stati Uniti e l'allora presidente George Bush sostenne che la presenza di un gruppo arabo nei porti statunitensi comportava un rischio per la sicurezza nazionale (erano passati cinque anni dall'attacco alle Twin Towers). Così, la società di Dubai cedette i terminal statunitensi e nel 2010 anche quelli australiani ereditati da P&O Ports, che ha continuato a operare con proprio nome con il pieno controllo del Governo emeratino.
Non pare casuale che questa acquisizione giunga alla vigilia dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, che probabilmente avverrà senza accordi. La Brexit avrà enormi conseguenze nel trasporto delle merci tra il continente europeo e l'isola e portare due società che operano in tale ambito nell'alveo di una multinazionale permette i necessari investimenti per affrontare un periodo di forti turbolenze e riorganizzarsi sulla base delle nuove procedure. Per la compagnia emeratina è comunque un'occasione per rafforzare la sua presenza in Europa. Sia in Gran Bretagna che nella UE.
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