Una guerra a colpi di carte bollate rischia di ritardare la realizzazione del più grande terminal svizzero per le merci attualmente in attesa che venga posata la prima pietra. Si tratta del Gateway Basel Nord (GBN), uno scalo trimodale previsto sul Reno per garantire l’interscambio tra strada, rotaia e cargo fluviale. Il progetto è sostenuto da una società costituita da FFS Cargo, Contargo e Hupac.
La contesa giudiziaria vede da una parte Swissterminal, il principale operatore di terminal container in Svizzera, e dall’altra l’Autorità portuale di Basilea (Swiss Rhine Ports). Secondo la prima società, l’ente di diritto pubblico del porto avrebbe dovuto indire una gara e non assegnare direttamente a GBN la realizzazione del nuovo terminal. Ora la questione rimbalza tra il Tribunale cantonale di Basilea e la Corte Suprema federale.
Il Gateway Basel Nord è un progetto molto ambizioso. È l’unico terminal in Svizzera a cui l’Ufficio federale dei trasporti ha assegnato un obiettivo di ripartizione modale con una quota di trasporti su rotaia del 50%. In pratica, un container su due che arriva nello scalo deve proseguire il suo viaggio in treno. Per questo, oltre alla terza darsena sul Reno, elemento fondamentale del progetto è la costruzione di un nuovo terminal ferroviario costituito da sei binari di trasbordo paralleli lunghi 750 metri. A confronto i binari attuali del porto interno di Basilea sono lunghi solo 150-200 metri. Cinque gru a portale consentiranno di operare contemporaneamente su diversi treni completi garantendo lo scambio tra strada, rotaia e cargo fluviale.
Il nuovo bacino Dock 3 sarà lungo 330 metri, ideale per lo stazionamento delle chiatte anche in successione. GBN stima che il terminal possa togliere dalla strada 100mila trasporti l’anno convogliandoli sui treni, mentre oggi la scarsa efficienza nei porti renani fa sì che solo il 10% dei container lasci le acque via ferrovia.
Si calcola che circa il 30% del commercio estero svizzero si svolga nel polo logistico della regione di Basilea e senza ulteriori investimenti in infrastrutture l’economia elvetica rischia di essere schiacciata dalla concorrenza della portualità del Nord. Secondo uno studio indipendente dell’istituto Bak Economics di Basilea, il Gateway genererà un valore aggiunto di oltre 80 milioni di euro l’anno.
Il progetto è sostenuto con stanziamenti pubblici: il 12 febbraio 2020 il Gran Consiglio di Basilea ha approvato un finanziamento di 108 milioni di euro. L’investimento è suddiviso in due fasi. La prima vale 122 milioni di euro e prevede la realizzazione di un terminal bimodale strada-rotaia con una capacità iniziale annua di 240mila teu. La fase di ampliamento contempla l’integrazione dei collegamenti con il Reno attraverso la nuova darsena e la capacità sale così a 390mila teu con un investimento di 145 milioni per la darsena e di 23 milioni per un ulteriore ampliamento del terminal ferroviario.
Piermario Curti Sacchi