L’11 marzo 2020 alcune associazioni europee – tra cui le italiane FerCargo, Anita, Assologistica e Sos Logistica - hanno firmato una lettera aperta che sottolinea il ruolo del trasporto intermodale ferroviario durante l’epidemia di Covid-19, che sta portando pesanti ripercussioni sulle filiere logistiche italiane ed europee. La lettera precisa che “particolare attenzione merita proprio la dimensione europea, considerando l’interdipendenza industriale delle aziende del nostro continente e la rapida estensione dell’epidemia in molti Paesi. L’economia italiana è strettamente connessa ai mercati del centro-nord Europa. Se i flussi di merce non funzionano, si rischia il collasso dell’intera economia”.
In questo contesto il trasporto ferroviario intermodale e convenzionale riveste un ruolo strategico perché muove grandi quantità di merce su lunghe distanze su percorsi fissi e controllabili e con personale limitato e facilmente controllabile dal punto di vista sanitario. “Sin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, i vari attori della catena logistica hanno adottato una serie di misure per tutelare la salute e la sicurezza delle persone coinvolte nei processi produttivi, recependo e spesso anticipando le indicazioni delle Autorità”.
La crisi causata dal Covid-19 colpisce le risorse umane che operano nel trasporto e la ferrovia ha un loro impiego minore rispetto all’autotrasporto e quindi è meno soggetta a carenza di personale. La lettera spiega che “sul trasporto ferroviario un equipaggio treno (massimo due persone) movimenta quaranta semirimorchi, mentre un terminal intermodale che gestisce giornalmente venti coppie di treni utilizza sessanta ferrovieri per muovere merce che altrimenti mobiliterebbe ottocento autisti”. Inoltre, le operazioni terminalistiche sono prive di contatto tra persone, riducendo al minimo la possibilità di contagio.
Dopo avere illustrato la situazione i vantaggi del trasporto ferroviario intermodale, gli operatori chiedono un’attenzione particolare per questa modalità, anche attraverso “interventi e processi coordinati con le Protezioni Civili e le Regioni coinvolte, ma coordinando tali azioni a livello centrale per avere uniformità di procedure d’azione. Sarebbe utile definire, attraverso l’intervento o il presenziamento della Protezione Civile, la funzionalità delle misure di sicurezza e la continuità del lavoro”. Inoltre devono essere “assolutamente vietati” eventuali blocchi del trasporto ferroviario. Per prevenire il contagio in questo settore, gli operatori chiedono procedure di sicurezza che però evitino isolamento o quarantena del personale e una maggiore digitalizzazione esemplificazione amministrativa, “compresa la velocizzazione dei processi di autorizzazione dei corridoi ferroviari doganali”.
I documento della associazioni del trasporto ferroviario parla anche di sostegno economico alle aziende di trasporto, iniziando dal potenziamento di misure già adottate in passato, come marebonus e ferrobonus, ed erogate pro-tempore e senza complicati criteri di proporzionalità. Altre misure sono il sostegno per il costo del lavoro nelle aziende che dovessero ridurre l’attività per un calo significativo dei volumi (cassa integrazione in deroga), la proroga dei pagamenti previsti per mancanza liquidità e di un mese per gli adempimenti amministrativi verso la Pubblica Amministrazione, agevolare gli investimenti nell’ambito d’Industria 4.0 con gli aiuti previsti nel piano di iper-ammortamento. Intanto i principali operatori del trasporto intermodale confermato la piena operatività dei servizi. Hupac e Contship Italia lo hanno dichiarato in due comunicati diffusi a livello internazionale il 10 marzo 2020.