Potrebbe essere preso come esempio di come non devono essere spesi, anzi sprecati, i soldi pubblici in infrastrutture dalle grandi ambizioni, ma naufragate e abbandonate dopo pochi anni. È questo lo scalo, o meglio sarebbe dire l’ex scalo merci ferroviario di Lecce-Surbo. Costruito dal gruppo Fs a cavallo degli anni Ottanta e Novanta, da una ventina d’anni giace di fatto inutilizzato. Ma ora sembra aprirsi uno spiraglio.
Nel marzo 2021, Fs Sistemi Urbani, la società che ha il compito di valorizzare il patrimonio del Gruppo non funzionale all'esercizio ferroviario, ha annunciato la possibilità della cessione dello scalo, ipotesi da mettere a fuoco e perfezionare nei prossimi mesi. La novità è arrivata nel corso di un sopralluogo a Surbo tra la dirigenza Fs e diversi operatori nazionali della logistica sotto lo stimolo della Regione Puglia. Ormai da anni la Confindustria della provincia di Lecce aveva inutilmente cercato di smuovere le ferrovie proponendo un’intesa sulla gestione o un comodato d’uso per valorizzare una piattaforma che potrebbe essere un volano di sviluppo per la zona. Nel 2014 si era già tentata la vendita, ma inutilmente forse per un prezzo non giudicato congruo dal mercato.
L’ex scalo conosciuto anche come terminal Primiceri ha una superficie di circa 103mila metri quadri ed è collocato lungo la linea ferroviaria Adriatica a meno di 5 km dal centro da Lecce e a 30 minuti sia dall’aeroporto del Salento (Brindisi-Casale) sia dal porto di Brindisi, ma soprattutto è adiacente a una vivace zona industriale costituita da numerosi comparti, collegata direttamente con il sistema tangenziale di Lecce.
La più grande opera infrastrutturale del Salento, come si disse a suo tempo, costata decine di miliardi di lire, è stata operativa per pochi anni, ma in modo tutto sommato marginale fin dall’inizio. Forse lo scalo è arrivato fuori tempo, in ritardo rispetto all’evoluzione che stavano conoscendo i trasporti, con un servizio classico a carro nel momento in cui le ferrovie merci al Sud perdevano costantemente quote di mercato. Insomma, un copione già visto altre volte come con i terminal di Domodossola (Beura-Cardezza) e Ventimiglia (Parco Roja), pensati come grandi scali doganali di confine nel momento in cui le frontiere si stavano dissolvendo.
Ora le categorie economiche salentine hanno manifestato in modo chiaro la volontà di disporre dell’ex scalo Primiceri. L’idea è di trasformarlo in un terminal intermodale di interscambio gomma/rotaia per venire incontro a una domanda in rapida crescita, valorizzata da una linea ferroviaria come l’Adriatica che consente il trasporto di unità intermodali senza limiti di sagoma e con la presenza anche nel Mezzogiorno di imprese ferroviarie sempre più attive e dinamiche, come la barese Gts. Il tutto all’interno della Zona economica speciale Adriatica.
Piermario Curti Sacchi