L’Ungheria vuole diventare il perno europeo della Via della Seta, creando uno hub dedicato al trasporto terrestre e aereo, ma anche connesso a quello marittimo, mentre alcuni Paesi occidentali stanno allentando i rapporti con la Cina seguendo la politica degli Stati Uniti. Lo mostra una ricerca di Upply, che ripercorre le strategie e gli investimenti di Budapest nel trasporto e nella logistica.
Già oggi la Cina è il principale partner commerciale extra-europeo dell’Ungheria: quest’ultima esporta nel Paese asiatico soprattutto prodotti in plastica, i macchinari e il legno e importa macchinari e prodotti chimici. Per quanto riguarda gli investimenti esteri cinesi nei trasporti, l’Ungheria è il quarto Paese destinatario per quelli ferroviari tra i Paesi 17+1 (quelli dell’Europa orientale e balcanica).
L’Ungheria ha approfittato della pandemia di Covid-19 per potenziare i servizi ferroviari con la Cina e nel 2020 ha aumentato i volumi del 3% e le tonnellate chilometro del 7,9% rispetto all’anno precedente. In ciò è aiutata anche dalla saturazione del terminal di Małaszewicze, tra Ucraina e Polonia, proponendo come alternativa quello di Záhony, tra Ucraina e Ungheria. Nel 2022 entrerà in funzione l'East-West Gate Terminal, che potrà lavorare un milione di teu l’anno con infrastruttura 5g e che collaborerà con la società intermodale kazaka EuroTransit, che gestisce la frontiera tra Kazakistan e Cina. Upply aggiunge che le recenti tensioni tra Unione Europea e Bielorussia potrebbero favorire la rotta ungherese.
Budapest guarda anche in alto e si sta proponendo come hub per il cargo aereo della Belt and Road Initiative. Nel 2019, la cargocity della capitale ungherese ha aumentato il traffico merci con gli scali cinesi Xi'an Xianyang Airport e Zhengzhou Xinzheng Airport di tre volte e mezzo e da gennaio ha dedicato un terminal per i flussi con Zhengzhou. Una politica che sta già dando risultati importanti: Cainiao Logistics, braccio logistico di Alibaba, ha avviato cinque voli settimanali tra Budapest e Zhengzhou e prevede un aumento dei flussi e-commerce del 30% entro la fine del 2021.
Pur non avendo un accesso al mare, l’Ungheria vuole inserirsi anche nel trasporto marittimo di container tra Asia ed Europa, grazie al programma China-Europe Land-Sea Express, tramite soprattutto la ferrovia tra Budapest e la capitale serba Belgrado (in costruzione grazie a prestiti di Pechino) e al feeder marittimo tra il Pireo (hub della cinese Cosco nel Mediterraneo orientale) e Rijeka e Trieste. Dai due porti adriatici partono treni blocco per la capitale ungherese, che nel 2020 hanno aumentato il traffico del 47% e del 20% nei primi quattro mesi del 2021.