Doveva essere una piattaforma logistica e intermodale di 252.802 metri quadrati al servizio dell'industria agroalimentare, con due magazzini a temperatura controllata, uffici e scalo ferroviario. Gli immobili sono stati costruiti nel 2001 dalla Ofanto Sviluppo, una società pubblica creata dai Comuni di Cerignola e di San Ferdinando di Puglia, ma non sono stati mai usati e l'intero impianto è in stato di abbandono, mentre la società che doveva gestirlo è in liquidazione dal 2016. L'ultima onta per l'interporto pugliese è giunta alla fine di giugno 2018, quando il sindaco di Cerignola ha deciso di usarla come discarica per 400 tonnellate di rifiuti raccolti dopo una lunga emergenza che ha sommerso d'immondizia la cittadina pugliese.
L'ordinanza del sindaco Franco Metta ha disposto che le tre imprese che hanno raccolto i rifiuti (tra cui la stessa Ofanto Sviluppo in liquidazione) dovessero portare il materiale nell'area interportuale, prima di trasferirlo agli impianti di smaltimento. Il sindaco giustifica la decisione affermando che il sito interportuale è lontano dall'abitato, ha un'area scoperta impermeabilizzata che impedisce l'assorbimento del percolato. Ma il 2 luglio, i Carabinieri del Noe hanno sequestrato l'interporto, ritenendola una discarica abusiva.
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