Il trasporto ferroviario intermodale ha passato praticamente indenne due anni di pandemia, ma ora sullo scenario europeo si trova a fare i conti con il conflitto in Ucraina e con gli inevitabili sconvolgimenti geopolitici sulle rotte continentali. Nel primo trimestre 2022, secondo i dati dell’Uirr, l’organizzazione europea che promuove questa tipologia di trasporto, il tasso di crescita dell’intermodale in Europa è stato del 5,14%, un valore positivo ma più contenuto rispetto all’anno precedente. In Italia, quasi in controtendenza, il settore appare alquanto vivace e c’è un forte interesse confermato anche dagli operatori nel corso della recente edizione di Transpotec Logitec.
Sono numerosi i segnali di crescita che riguardano sia le infrastrutture dedicate, sia il dinamismo delle imprese con nuove relazioni proposte, sia il potenziamento costante del parco mezzi dal punto di vista della trazione e dei carri specializzati. Il 2021 sul fronte societario si era chiuso con l’acquisizione del 75% dell’impresa ferroviaria InRail da parte di Autostrada del Brennero che già controllava Rail Traction Company e Locomotion, un forte segnale del potenziamento per i trasporti combinati.
Novità anche sul fronte dei porti, a partire dalla Spezia che ha visto l’intesa con il Gruppo Tarros per potenziare il trasporto intermodale con una sempre più stretta integrazione con la piattaforma di Santo Stefano Magra. Sempre La Spezia ha visto crescere le relazioni con l’Interporto della Toscana Centrale a Prato. Il porto di Ancona si appresta ad adeguare l’infrastruttura ferroviaria nella Darsena Marche destinata al combinato. Ferrobonus a parte, la Provincia di Bolzano e la Regione Friuli-Venezia Giulia, coinvolte dai principali corridoi di transito europeo, hanno previsto anche nel 2022 (Trieste fino al 2027) un contributo specifico per favorire l’intermodale ferroviario.
Sul fronte dei servizi di trasporto e delle nuove relazioni servite, si potrebbe fare un lungo elenco con le novità dei primi mesi del 2022. Senza la pretesa di completezza, si possono citare alcuni esempi significativi, limitati solo a questo arco temporale. A marzo è partito il primo treno intermodale di CargoBeamer, la società che si è insediata con un proprio terminal all’interno della piattaforma di Domodossola (Domo II). Il polo intermodale di Mortara gestito dalla tedesca Kombiverkehr oltre ad ammettere i trasporti con profilo P400 ha potenziato le relazioni con il terminal belga di Ghent. L’interporto di Bologna in collaborazione con Mercitalia e Kombiverkehr ha avviato il trasporto di semirimorchi con Rostock (Germania) e Zeebrugge (Belgio). Captrain Italia insieme ad altri partner ferroviari ha messo in piedi un collegamento con lo scalo di Sacconago e il Belgio che si aggiunge a quelli su Novara.
Forte sviluppo anche per l’impresa Medway con servizi che vanno da Gioia Tauro, a Nola e a Bari, ai porti di La Spezia e Genova, ma anche con l’interporto di Trieste oltre a ad aver costituito società specifiche per i mercati europei. In primo piano, da marzo, anche Isc-Intermodal tra Verona Quadrante Europa e Pomezia. Geodis opera tra Novara e Parigi con treni intermodali con carri “intelligenti” provvisti di Gps. Crescono anche le relazioni servite da GTS Rail lungo la dorsale adriatica e tirrenica, grazie anche al continuo aumento del parco mezzi di trazione. Ambrogio Intermodal ha potenziato i servizi sul Brennero e per far fronte alla richiesta sempre più in crescita avvia la costruzione di un terminal a Domegliara. Forte espansione a 360 gradi anche per Hupac che dai terminal storici di Novara e Busto Arsizio si estende sempre più verso i porti italiani e tutta l’Europa.
Piermario Curti Sacchi