Il Gruppo Scerni, che fino a pochi mesi fa controllava diverse partecipate attive nell'armamento, nella logistica, nelle spedizioni e nelle agenzie marittime, ha avviato un ambiziosa fase di rilancio basata su nuove acquisizioni, ricerca di aree di mercato a elevate marginalità di guadagno e un focus maggiore su logistica e trasporti. A delineare i contenuti del nuovo piano industriale triennale, approvato dall'assemblea dei soci e propedeutico alla fusione per incorporazione delle varie società del gruppo in Scerni Logistics, è Andrea Baroni, il general manager arrivato dalla logistica del gruppo Whirlpool proprio per attuare lo sviluppo del gruppo controllato dalla famiglia genovese Scerni.
Nel 2018 è stato approvato un progetto di fusione completato a fine dicembre che ha portato la capogruppo a controllare direttamente solo una società, Scerni Logistics, che funge ora da vera e propria holding industriale, al cui interno operano tre divisioni: quella dei magazzini e della logistica conto terzi (guidata da Dario Rizzi), un'altra dedicata a trasporti e distribuzione groupage (al cui vertice siede Gino Norcini) e infine quella relativa alle attività di agenzia marittima e spedizioni (diretta da Paolo Iannelli). A queste divisioni si aggiungono le attività in Polonia guidate da Tomasz Raczka, avviate dodici mesi fa con l'apertura della prima filiale estera alla quale ne seguiranno altre nel giro dei prossimi cinque anni.
"Una rinnovata e ringiovanita squadra di manager, completamente distinta dalla proprietà, che avrà il compito di attuare un progetto volto a creare sinergie fra le attività del gruppo. I primi segnali di questa ristrutturazione sono incoraggianti perché a fine 2018 il bilancio faceva registrare un Ebitda positivo, un risultato netto in utile e un fatturato di circa 25 milioni di euro", spiega Andrea Baroni. Che aggiunge: "Per il 2019 l'obiettivo è di avere un Ebitda margin del 4-5% e nel giro di tre anni vogliamo che questo indicatore arrivi al 10%. La ricetta si basa sulla capacità di avere il giusto equilibrio tra fatturato e margine, in un'azienda libera da asset che basa la sua filosofia su competenze e flessibilità. In cinque anni vogliamo trasformarci in un vero e proprio integratore di servizi materiali e immateriali per i nostri clienti, con investimenti tangibili in aree strategiche come operational excellence, tutto supportato da una nuova organizzazione e un piano di comunicazione che prevederà anche un nuovo sito internet. L'obiettivo è ambizioso, ma puntiamo ad arrivare, sia tramite crescita organica che grazie ad acquisizioni, a cento milioni di euro di fatturato".
Il baricentro delle attività si è spostato maggiormente verso le attività di terra rispetto a quelle marittimo-portuali, anche se il Dna marittimo rimarrà. A questo proposito il dirigente spiega: "Attualmente uno dei maggiori focus è rivolto allo sviluppo dell'attività di logistica nei magazzini. Sono stati rivisti i contratti con clienti importanti supportando progettualità strategiche, acquisiti nuovi contratti nel piacentino (quartier generale operativo del gruppo) e nel Centro Italia con l'apertura di una nuova piattaforma integrata nelle Marche. Vogliamo diventare protagonisti del mercato nella logistica conto terzi nella nicchia di mercato dei consumer electronics, ma al tempo stesso mettere in atto una strategia di estensione dei nostri servizi su categorie merceologiche e aree geografiche dove non siamo attualmente presenti".
Nel piano industriale 2019-2022 del Gruppo Scerni sono previste anche possibili acquisizioni nel caso siano congeniali alla crescita delle marginalità e dove si cono opportunità per rilevare aziende complementari, che possano completare e massimizzare la catena del valore del gruppo. Lo sguardo è rivolto, anche in questo momento, in particolare a mercati dove la logistica ha un elevato valore aggiunto e quindi alla distribuzione di prodotti farmaceutici, ai capi appesi (moda) e ai beni di elevato valore.
Nicola Capuzzo
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