L'isolamento completo delle città cinese colpite dal coronavirus, prime tra tutte Wuhan, e quello parziale della Cina nei confronti del resto del mondo, aggiunto al prolungamento delle festività del Capodanno con la conseguente chiusura d'impianti produttivi stanno causando le prime serie conseguenze nel trasporto delle merci e della logistica. L'istituto di ricerca TransportIntelligence ha diffuso la panoramica del 4 febbraio, che mostra difficoltà soprattutto nel trasporto aereo e marittimo. Nel primo caso, diverse compagnie aeree hanno sospeso i voli da e per la Cina e stanno cominciando a farlo anche alcuni Stati (tra cui l'Italia). Queste sospensioni non hanno finora interessato gli aerei cargo, ma la riduzione delle stive merci di quelli passeggeri è significativa.
Le conseguenze del coronavirus arrivano anche nel trasporto marittimo di container, anche se finora in misura meno grave dell'aereo. Le festività del Capodanno hanno ridotto la frequenza dei trasporti e se la situazione d'emergenza proseguirà è possibile che siano annullati viaggi a febbraio e marzo. Inoltre, si pone il problema di chi paga i contenitori che restano fermi nei porti cinesi. Coloro che lo fanno nelle situazioni normali, ossia gli spedizionieri, hanno dichiarato che in questo caso di forza maggiore non intendono pagare, lasciando questo onere alle compagnie marittime. Si segnalano ritardi nella presa e consegna delle spedizioni in alcuni porti cinesi perché il personale portuale è ridotto e i camion subiscono limitazioni nell'accesso alle banchine.
All'interno della Cina emergono ritardi nella consegna espressa dei pacchi, che incide soprattutto sul commercio elettronico. Nella città di Wuhan, epicentro dell'epidemia, i corrieri lavorano per distribuire beni di prima necessità e materiale medico e il Governo ha invitato la popolazione a spedire solamente prodotti importanti per non sovraccaricare la rete di distribuzione. I pacchi sono disinfettati, anche se la propagazione del virus tramite le spedizioni è ritenuta irrilevante. Per il ritiro, il Governo consigli l'uso degli armadietti automatici (locker) per evitare il contatto diretto con gli autisti dei veicoli.
Ma non è detto che al termine dell'emergenza spariscano i problemi, perché quando riapriranno le fabbriche cinesi potrà esserci un picco improvviso di domanda di trasporto che il sistema non potrebbe soddisfare, con conseguenti ritardi. Ora si prevede che le fabbriche cinesi resteranno chiuse fino al 10 febbraio e se riapriranno il giorno dopo ci sarà una corsa al trasporto sia per rifornire i magazzini, sia per inviare i prodotti ai clienti. Le prime ripercussioni potranno colpire il trasporto aereo, ma un'impennata della domanda potrebbe coinvolgere anche quello marittimo. Oltre che ritardi nella presa e consegna, questa situazione potrà causare un aumento delle tariffe.
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