In teoria erano quaranta le cooperative che lavoravano nella piattaforma logistica Ceva Logistics di Stradella, in provincia di Pavia, ma l'inchiesta degli inquirenti ha mostrato che facevano tutte capo a un gruppo di persone, usando schermi societari e prestanome. Del gruppo dirigente, definito dalla Guardia di Finanza un "sodalizio criminale", ogni componente aveva un proprio ruolo e l'obiettivo comune era "frodare l'erario e sfruttare lo stato di bisogno dei lavoratori". Fin dai primi accertamenti i Finanzieri hanno scoperto una società di lavoro interinale rumena che operava al fianco delle cooperative per la ricerca e l'impiego di manodopera non specializzata.
I militi hanno intervistato circa trecento persone che operavano nella piattaforma logistica, scoprendo così che dovevano lavorare con turni che potavano raggiungere le dodici ore senza poter pianificare riposi settimanali, ferie o aspettative retribuite. Le loro retribuzioni non erano a livello di quelle stabilite dal contratto nazionale di lavoro e addirittura i lavoratori dovevano restituire parte della retribuzione al loro "caporale". Per guadagnare ancora di più, alcune cooperative non versavano i contributi e imposte per dieci milioni di euro. Al termine dell'indagine, la Procura di Pavia ha ordinato l'arresto di dodici persone e il sequestro di quote societarie e immobili per quindici milioni di euro.
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