Bologna sperimenta una nuova via per affrontare la questione dello sfruttamento nella logistica tramite una serie d’impegni presi da trenta soggetti – enti pubblici, sindacati e associazione d’imprese – nella Carta per la logistica etica, presentata nella sede del Comune il 27 gennaio 2022. Introducendola, il sindaco Matteo Lepore ha spiegato che “la logistica è un settore strategico per Bologna, ci sono più di 20mila persone che lavorano in questo settore, che conta 4,3 miliardi di fatturato, e questa Carta non è un mero protocollo di sito, ma un impegno politico per i prossimi cinque anni. Impegno per mettere in campo azioni concrete sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, sulla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, sulle pari opportunità, sull’uso di tutti gli strumenti che abbiamo per salvare vite”.
Lepore ha anche precisato che la Carta è “il punto di partenza per il lavoro che faremo con il ministro Orlando, su quello che abbiamo chiamato il modello Bologna per il lavoro buono”. Il documento nasce da dodici incontri iniziati il 9 novembre 2021, cui hanno partecipato i rappresentanti di 45 soggetti operanti nella logistica. Si articola in una premessa e in sei capitoli che riguardano la sicurezza sul lavoro, la qualità del lavoro e la catena degli appalti, la formazione preventiva e continua, la coesione sociale e l’integrazione territoriale, l'innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità ambientale, i nuovi investimenti. La Carta vale cinque anni è potrà essere integrata in base all’evoluzione legislativa o a significativi mutamenti del contesto.
Sulla sicurezza del lavoro stabilisce un maggior coordinamento tra Inail, Ispettorato per il lavoro e Ausl, e il rispetto dei minimi tabellari previsti dai Ccnl, per disincentivare ed evitare fenomeni di mancato rispetto degli oneri normativi anche collegati alla sicurezza. Prevede anche la corretta applicazione della normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il massimo coordinamento tra le imprese e i loro Rspp, il ruolo e le funzioni dei Preposti alla Sicurezza e il loro coinvolgimento in considerazione dei rischi di incidenti e di infortuni a cui il settore è esposto, in particolare nelle situazioni di compresenza e interferenza di più appaltatori.
Per migliorare la qualità del lavoro, le parti hanno concordato l’applicazione del contratto nazionale a tempo indeterminato come forma comune di rapporto del lavoro, per contrastare l’abuso degli istituti del distacco e della somministrazione di lavoro a termine. S’impegnano anche a ridurre la filiera negli appalti e nei subappalti, a sostenere le pari opportunità rivolgendo particolare attenzione all'età e al genere all’interno delle imprese, nonché alla parità salariale e alla conciliazione fra tempi di vita e lavoro. In caso di appalti s’impegnano anche ad attivare clausole sociali di salvaguardia.
Nella formazione, carta s’impegna sia a valorizzare l’apprendimento tramite affiancamento delle figure in ingresso, sia ad aumentare e migliorare la formazione continua. In questo secondo caso sarà promossa l’adozione di Piani concordati di formazione preventiva dei lavoratori attraverso l’utilizzo dei fondi interprofessionali. Ribadisce anche la rilevanza della relazione di scambio con la Rete metropolitana per l’apprendimento permanente (ReMAP).
Un capitolo riguarda la coesione sociale e integrazione con il territorio per definire gli strumenti per sostenere lavoratori e amministrazioni locali toccate dagli investimenti in logistica. Ciò dovrebbe avvenire promuovendo servizi e strumenti innovativi di lavoro e di welfare nei siti logistici metropolitani, potenziando l’integrazione dei lavoratori del settore, promuovendo corsi di lingua italiana per i lavoratori di origine straniera e sviluppando la relazione con servizi sociali territoriali e sanitari, coinvolgendo anche gli enti di formazione e le associazioni del terzo settore. Si parla anche di abitazione e di mobilità.
Sull’innovazione, la Carta tratta la transizione digitale e ambientale con alcuni esempi, come la digitalizzazione dei servizi e dei processi, l’ammodernamento della strumentazione in chiave Industria 4.0 e la produzione elettrica da fonti rinnovabili. S’impegna anche in investimenti pubblici e privati sul trasporto combinato strada-rotaia, in collaborazione con l’Interporto di Bologna e nella promozione del parco veicolare tramite veicoli a basso impatto ambientale.
Infine, sui nuovi investimenti la Carta ribadisce la rilevanza della strategia effettuata dal Comune di Bologna di confermare la sua presenza nell’Interporto, per garantire, a partire dalla propria società partecipata, la qualità del lavoro. La Carta sancisce inoltre la nascita presso la Città metropolitana di un gruppo tecnico per l’attività di analisi a supporto del processo di individuazione di nuovi progetti di investimento.