Il 17 maggio 2022 il Tribunale di Milano ha posto in amministrazione giudiziaria la filiale italiana di DB Schenker, multinazionale della logistica del Gruppo Deutsche Bahn. Nelle ore successive sono emersi alcuni particolari dell’indagine che ha portato a questa conseguenza (indagine che non coinvolge né l’azienda, né i suoi dipendenti). L’agenzia Ansa riporta alcuni stralci dei documenti raccolti dagli inquirenti milanesi. Al centro dell’indagine c’è N.B., ritenuto esponente di una cosca calabrese. In una intercettazione telefonica dell’ottobre 2020, un suo cognato affermava che egli voleva “mandare via tutti e prendersi tutti i posti”.
I magistrati aggiungono che l’indagato si era “spinto a livelli tali da essere ormai noto nel settore dell'autotrasporto e da determinare la cattiva fama acquisita dalla ditta di A.F. (la convivente, intestataria di un’azienda di autotrasporto che ha lavorato per DB Schenker, ndr)”. L’azienda della moglie avrebbe “replicato lo schema operativo che anni prima aveva assicurato l'assoggettamento omertoso al clan Mancuso degli autotrasportatori operanti nel Vibonese e nel Lamentino”. Tale schema prevede l’espulsione delle altre imprese di autotrasporto, anche tramite estorsioni.
Riguardo ai dirigenti di DB Schenker, gli inquirenti avrebbero rilevato “una condotta quanto meno gravemente negligente, per omesso controllo" ed è proprio questo il motivo che ha spinto il Tribunale a porre la società sotto amministrazione giudiziaria. “Gli esponenti della società muniti di potere decisionale (...) hanno intessuto e mantenuto stabili rapporti d'affari con N.B., agevolandone l'attività, benché questi sia stato condannato irrevocabilmente per associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso" e che, scrivono i magistrati, “sia stato sottoposto a misure di prevenzione personali (..) e patrimoniali" e "dichiarato delinquente abituale e sottoposto alla libertà vigilata dal 2008".
N.B. è indagato per intestazione fittizia dell'impresa di autotrasporti alla convivente. Egli aprì questa società subito dopo la confisca di un’altra impresa di cui era titolare e che in seguito cominciò a lavorare per DB Schenker Italia. Quest’ultima è ora gestita da un amministratore giudiziario che deve rimuovere i “fattori inquinanti” dopo l’analisi di tutte le sedi italiane.