Il 31 maggio, il presidente di Confetra, Nereo Marcucci, ha preso posizione contro la disposizione che impone, anche quest'anno, alle aziende che producono rifiuti non assimilabili a quelli urbani di pagare lo smaltitore effettivo e quello virtuale. Il secondo, secondo Marcucci. è quasi sempre l'azienda municipalizzata locale: "Insomma pago due per prendere uno", commenta il presidente di Confetra.
Marcucci spiega che "Nonostante gli interventi del ministero dell'Economia, dell'Antitrust e recentemente anche del Tar, il ministero dell'Ambiente non ha ancora posto vincoli ai Comuni in merito alla possibilità di considerare qualsiasi rifiuto come un rifiuto urbano. Quindi, i Comuni stanno comprendendo tra i rifiuti assoggettati al pagamento della tassa anche quelli che non potrebbero essere assimilati ai rifiuti urbani e per i quali lo smaltimento avviene in proprio da parte dei produttori, come nel caso degli imballaggi utilizzati dalle imprese di logistica che anche quest'anno – entro il 26 giugno prossimo – sono chiamate a pagare importi rilevanti".
Confetra ha perciò chiesto ancora l'intervento della sottosegretaria all'Ambiente Silvia Velo "affinché gli uffici competenti definiscano i criteri di assimilazione previsti da una norma del lontano 2013, e nel frattempo dispongano con circolare che niente è dovuto quando il servizio di smaltimento non sia stato reso".
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