Quando in redazione abbiamo letto il comunicato che annuncia il nuovo nome del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è sorto un dubbio: è un refuso, oppure si chiama veramente così, ossia “ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili”? Il dubbio viene dalla declinazione dell’aggettivo “sostenibile”, al punto che nel scrivere la notizia abbiamo scelto l’ipotesi del refuso e abbiamo declinato l’aggettivo al singolare perché sembra riferirsi solo al termine “mobilità”. Oggi, però, vediamo che viene mantenuta la denominazione del comunicato, quindi dovrebbe essere quella effettivamente decisa dal Governo.
Ma questa denominazione stona. Lasciamo la decisione formale all’Accademia della Crusca, ma i lettori ingenui, quali noi siamo, interpretano l’aggettivo “sostenibile” riferito a “mobilità”, mentre sembra che, se veramente resta declinato al plurale, la volontà del Governo sia quella di riferirlo anche a “infrastrutture”. Ma se così fosse, non sarebbe più chiaro scrivere “ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibili”? Salvo poi chiarire che cosa sono le infrastrutture sostenibili, ovviamente. (E nel frattempo, cerchiamo di costruire almeno infrastrutture che si sostengono).