Non ci voleva molto a pensarci, specialmente in un settore come il facchinaggio della logistica, dove i cambi di appalti sono frequenti e dove le imprese chiudono e riaprono con nuovi nomi, ma con gli stessi personaggi dietro le quinte. Il provvedimento più importante della nuova legislazione sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act, è la possibilità dell'azienda che assume un nuovo lavoratore di ottenere sgravi fiscali fino a ottomila euro l'anno, per un massimo di tre anni. Un meccanismo che può alimentare il turnover nella logistica: favorisco (o impongo) il licenziamento da un'impresa per riassumere lo stesso lavoratore in una nuova, che magari entra nello stesso appalto, così ottengo lo sgravio fiscale.
Pare che in Emilia Romagna siano passati in breve tempo dalla teoria alla pratica, almeno secondo la denuncia della Filt Cgil. "Diverse aziende propongono ai lavoratori, stabilmente occupati anche con contratti a tempo indeterminato, di licenziarsi (magari con un piccolo incentivo) per poi essere riassunti il giorno successivo da una nuova azienda (che lavora negli stessi cantieri e svolge le stesse attività) ma questa volta assunti con un contratto a termine di sei mesi, con l'impegno che al termine dei sei mesi verranno tutti assunti a tempo indeterminato", spiega una nota firmata dal segretario regionale Antonio Mattioli.
"Trascorsi i sei mesi le aziende, generalmente tutte nuove, avranno 'ripulito' i lavoratori e chiederanno di accedere ai famosi sgravi fiscali, senza aver creato alcuna nuova occupazione. Insomma un giochino, facilmente prevedibile visto lo stato di una parte dell'imprenditoria italiana, con il quale i soliti furbetti tentano di sottrarre risorse al paese. Queste risorse ovviamente non verranno reinvestite in nulla e finiranno direttamente nelle tasche dei soliti noti, cioè di chi da anni scarica la crisi sulla pelle dei lavoratori", prosegue il comunicato.
Il sindacato chiede che gli organismi di vigilanza intervengano rapidamente: "riteniamo necessario contrastare gli effetti devastanti di una norma che, oltre a non favorire nuova occupazione, penalizza chi sta lavorando", conclude Mattioli.
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