L'allarme lanciato il 24 giugno 2019 dalla Filt Cgil di Ravenna riguarda l'autotrasporto, con una particolare attenzione a quello che interessa il porto, dove "i committenti privati chiedono ai rispettivi appaltatori tariffe così al di sotto dei parametri fissati dalla contrattazione di settore da rendere di fatto impossibile il pieno rispetto della normativa previdenziale, assistenziale e fiscale, e più in generale, la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro". Quindi, "per soddisfare le richieste dei committenti ed ottenere il contratto, le aziende appaltatrici sono costrette ad individuare modalità sempre nuove per conseguire i risparmi necessari e non esitano a sottrarre salario e tutele ai lavoratori addetti all'appalto, sui quali ricadono, in definitiva, gli effetti pregiudizievoli di tale meccanismo". Un fenomeno apparso con la crisi del 2008 ma che ora, secondo il sindacato, sta dilagando sull'intera filiera del trasporto.
Nel suo documento, la Filt di Ravenna porta alcuni esempi di metodi usati per abbassare in modo illecito il costo del lavoro. Il primo riguarda l'applicazione del contratto Multiservizi anche nell'autotrasporto, perché offre minori tutele e salari rispetto al Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni. Ma la sigla registra anche casi più gravi, come "il mancato versamento delle ritenute fiscali e dei contributi sulle somme indicate in busta paga, tramite artifici ed imputazioni fittizie (la più frequente è quella a trasferta esente, in cui la retribuzione viene corrisposta sotto forma di un rimborso forfetario, esente da imposte e contributi, delle finte spese di trasferta di lavoratori che in trasferta non vanno), l'indicazione solo parziale delle ore lavorate nei cedolini paga e l'erogazione di straordinari ed indennità con il meccanismo cosiddetto del fuoribusta cioè ancora una volta in contanti e senza oneri aggiuntivi, o addirittura in natura con buoni benzina o buoni pasto in violazione della normativa in vigore".
Gli esempi portati dalla Filt mostrano situazioni più complesse, come l'uso di autisti stranieri tramite il distacco trans-nazionale. "Tali meccanismi, nei casi più gravi si spingono sino ad aziende che scientemente non versano Iva, altre imposte, oppure contributi previdenziali, per importi assai ingenti e che ciclicamente chiudono e riaprono con nuovi nomi e sedi, lasciando dietro di sé debiti enormi nei confronti dei lavoratori, dei clienti, dello Stato", prosegue il comunicato.
Questa situazione non colpisce solamente i lavoratori, ma anche le imprese committenti e appaltatrici che vogliono rispettare le regole, perché subiscono la concorrenza sleale prodotta da quelle irregolari, rischiando così di restare fuori mercato. "A questo proposito va segnalato che in tema di tariffe applicabili a livello territoriale, esiste un Tavolo all'Ispettorato del Lavoro in cui sono presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil), delle organizzazioni datoriali, tra cui Confindustria, e delle associazioni delle cooperative, tra cui Legacoop e Confcoperative". Questo Tavolo stabilisce annualmente le retribuzioni minime del facchinaggio nella provincia di Ravenna : per il 2019 il costo del lavoro totale è di 20,25 euro l'ora ma in realtà "si assiste quotidianamente a committenti che propongono contratti commerciali con importi orari compresi tra i 16 euro ed i 17,50 euro, o addirittura inferiori". La Filt precisa che "storicamente una delle prime voci di costo ad essere eliminata è da sempre quella relativa alla sicurezza sul lavoro, a scapito della incolumità e della salute dei lavoratori che ancora una volta pagano il prezzo di questo meccanismo assai poco virtuoso, sotto forma di infortuni e malattia professionali".
Il sindacato chiede quindi "di arginare e quindi debellare un fenomeno che rischia di minare alle radici il nostro sistema produttivo ed a tale fine si auspica la piena collaborazione di tutti, a partire dalla organizzazioni sindacali dei lavoratori e delle imprese, sino agli organi di vigilanza competenti, in primis Ispettorato del Lavoro, Inps e Guardia di Finanza", concludendo che "non vi sarà alcuna tolleranza da parte dell'organizzazione per i fenomeni distorsivi denunciati, che saranno oggetto di vertenze individuali e collettive, proposte nei confronti di aziende appaltatrici e committenti, ciascuna per il proprio titolo, a tutela dei diritti dei lavoratori".
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