Il nome più noto dell'operazione annunciata oggi dalla Procura di Trieste è quello della Petrolifera Italiana, società di vendita all'ingrosso di gasolio per autotrazione in tutta Italia, i cui vertici sono stati arrestati: Pasquale Formicola e Renato Smimmo, ritenuti amministratori di fatto della società e della sua controllante Life Srl e Giuseppe Della Rocca, legale rappresentante della Life e amministratore di fatto della Petrolifera Italiana. L'indagine è iniziata con l'acquisizione, avvenuta a metà del 2017, della Depositi Costieri Trieste dalla Giuliana Bunkeraggi alla Life per quattro milioni e mezzo di euro, di cui un milione versato. Secondo gli inquirenti, tale operazione ha "evidenziato, da subito alcuni elementi di anomalia sostanzialmente connessi all'irrilevante profilo finanziario e patrimoniale della società e per il corrispettivo pattuito pari a quattro milioni e mezzo di euro, apparso ingiustificato, in considerazione della grave situazione patrimoniale in cui versava al momento della compravendita azionaria la Depositi Costieri Trieste, gravata da un enorme posizione debitoria verso l'Erario, pari ad oltre 30 milioni di euro".
Così, la Finanza ha analizzato oltre trecento rapporti bancari ed eseguito trenta perquisizioni, che hanno portato al sequestro di documenti, personal computer e telefoni cellulari. Al termine, gli inquirenti hanno accertato che la Petrolifera Italiana è stata coinvolta, assieme alla Life srl e ad altre imprese, tutte riconducibili di fatto ai tre arrestati, in una articolata frode all'Iva attuata nel settore petrolifero attraverso una frode carosello, con la creazione di società cartiere – intestate a prestanome, senza strutture aziendali e personale dipendente - che fatturavano operazioni inesistenti. Queste società, che venivano chiuse dopo poco tempo, hanno accumulato un debito verso lo Stato di 160 milioni di euro, permettendo alle società beneficiarie di riscuotere crediti Iva. Una parte dei proventi di questa frode sono serviti proprio per acquisire la Depositi Costieri Trieste. Secondo un dépliant della Petrolifera Italiana, l'azienda intendeva acquisire altri depositi petroliferi a Bari, Gioia Tauro, Napoli e Genova. L'acquisizione della società triestina comporta per gli inquirenti il reato di autoricilaggio. Al termine dell'indagine, la Finanza ha arrestato i tre indagati e ha sequestrato beni per quasi 35 milioni di euro.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto di repertorio
Segnalazioni, informazioni, comunicati, nonché rettifiche o precisazioni sugli articoli pubblicati vanno inviate a: redazione@trasportoeuropa.it
Puoi commentare questo articolo nella pagina Facebook di TrasportoEuropa
Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità sul trasporto e la logistica e non perderti neanche una notizia di TrasportoEuropa? Iscriviti alla nostra Newsletter con l'elenco ed i link di tutti gli articoli pubblicati nei giorni precedenti l'invio. Gratuita e NO SPAM!