Sono ben 59 le cooperative coinvolte nell’inchiesta annunciata l’11 dicembre 2020 dalla Guardia di Finanza di Firenze. Sarebbero, come spiega la Finanza, “accumulatrici seriali” dell’Iva per attuare una colossale frode fiscale coordinata da un consorzio fiorentino (di cui gli inquirenti con svelano il nome), che avrebbe prodotto fatture false per un imponibile di sessanta milioni di euro e un’evasione dell’Iva di 23 milioni. Il consorzio agiva come è consuetudine nella logistica: otteneva le commesse per servizi di facchinaggio a autotrasporto da importanti aziende operanti nel trasporto espresso e nella logistica, che vinceva offrendo tariffe molto basse. Poi sub-appaltava il lavoro alle cooperative controllate.
Le coop fatturavano al consorzio le “prestazioni di servizi” assoggettandole all’Iva, accumulando così ingenti debiti d’imposta, che non venivano versati all’Erario. Quando il debito verso lo Stato raggiungeva una certa soglia, la cooperativa cessava l’attività, trasferendo lavoratori e committenti a una di nuova costituzione, sempre controllata dal consorzio. Sono state così create e chiuse 59 cooperative che tra il 2002 e il 2018 hanno accumulato 23 milioni di debito tributario. In questo modo il consorzio beneficiava del credito Iva accumulato dalle fatture ricevute dalle cooperative, lasciando a loro le responsabilità dei mancati versamenti. Al termine dell’indagine, la Procura di Firenze ha posto sotto inchiesta quattordici persone e a disposto il sequestro di beni per tredici milioni di euro.