Trent’anni fa si chiamavano Pony Express, oggi rider ma la vita del ciclo-fattorino (o moto-fattorino in alcune città) resta faticosa e precaria. Governati da un’app per smartphone, devono viaggiare per ore con una retribuzione a cottimo, senza ammortizzatori sociali o coperture assicurative. Pur viaggiando su mezzi leggeri, sono ormai una componente fondamentale delle consegne urbane, ma si sa ancora poco di loro. Questo episodio del videocast K44 Risponde affronta questa realtà da diversi punti di vista, cercando di offrire un quadro più possibile completo.
Le domande che i direttori di TrasportoEuropa e Uomini e Trasporti pongono ai loro interlocutori sono: come lavorano i rider? Quanto guadagnano? Come e con quale livello di dettaglio ricevono indicazioni organizzative dalle società per cui lavorano? Quali diritti gli riconoscono le normative e quali tutele ha garantito loro la giurisprudenza? E poi sono lavoratori autonomi, collaboratori o dipendenti subordinati? Infine, il trasporto a cui provvedono è in conto proprio o in conto terzi?
Rispondono Antonio Prisco, rider e responsabile per Napoli della Nidil Cgil; Silvia Simoncini, segretaria nazionale Nidil Cgil; Alberto Piccinini, avvocato giuslavorista e Silvio Faggi, segretario uscente Fiap. Buona visione.