È una vera e propria retata di massa quella compiuta dai carabinieri di Fiorenzuola d’Arda il primo luglio 2020: quattordici custodie in carcere, undici arresti domiciliari e 97 indagati in tutto. È il risultato di un’indagine aperta dalla procura di Piacenza dopo che alla fine del 2016 il corriere Sda rilevò ingenti ammanchi di merce dalla piattaforma logistica di Monticelli, in provincia di Brescia. Dopo la denuncia, i Carabinieri iniziariono le indagini e arrestarono alcune persone per furti singoli. Ma con procedere dell’inchiesta, i militi si resero conto conto che non si trovavano di fronte a casi isolati, ma a un’organizzazione criminale capeggiata da due fazioni, una siciliana e l’altra calabrese. Così, i Carabinieri individuarono due persone ritenute gli organizzatori dei furti. Sono due dipendenti della cooperativa che gestisce la piattaforma dal punto di vista operativo e che prima individuavano la merce da rubare, poi l’accumulavano in un’area all’interno del magazzino e infine organizzavano l’uscita.
L'asportazione della refurtiva dalla piattaforma era affidata ad alcuni autisti di veicoli industriali, con la complicità di alcuni magazzinieri. Oltre a trasportare la merce, i camionisti contrattavano con i ricettatori per la vendita. La lista dei prodotti rubati comprende alimentari, computer, cellulari, tablet, televisori, capi d'abbigliamento e bigiotteria. Il sistema di vendita era così organizzato che in alcuni casi i titolari di negozi svolgevano le ordinazioni al telefono. Al vertice dell’organizzazione c’era un siciliano, la cui moglie seguiva la filiera di trasporto e si occupava dei pagamenti.
Illustrando i risultati dell’inchiesta, gli inquirenti hanno spiegato che il magazzino di Monticelli non aveva un sistema di video-sorveglianza e “nello stabilimento vigeva la totale anarchia”. I capi di accusa per i 97 indagati spaziano a vario titolo dall’associazione a delinquere finalizzata ai furti, al peculato, al riciclaggio, all’appropriazione indebita e alla ricettazione della merce. L’elenco degli indagati comprende, oltre agli autisti e ai magazzinieri, facchini, capi turno e perfino un paio di addetti alla sicurezza.