Dopo circa un anno di lavoro, nel mese di luglio 2017, è stato presentato a Milano il Libro Bianco per il comparto della movimentazione e della logistica in Italia. Si tratta del primo studio – accurato e preciso – che offre un quadro sullo stato di salute di tutte quelle aziende attive nel settore e presenti sul territorio nazionale. L'obiettivo della ricerca è di fornire uno strumento efficace a tutti gli operatori, per comprendere l'evoluzione dello stesso e adottare, di conseguenza, le più utili strategie imprenditoriali. L'iniziativa è stata realizzata da Aisem (Associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione) in collaborazione con Anima (Federazione delle Associazioni nazionali dell'Industria Meccanica) e con il supporto scientifico del Politecnico di Milano.
Il Libro Bianco, che ha coinvolto oltre trecento aziende italiane (iscritte ad Aisem), è stato redatto sulla base di dati pubblicamente disponibili, messi a disposizione da enti ed istituti: Aida per i bilanci delle imprese; Istat, Eurostat, e UnComtrade per il commercio internazionale e infine la banca dati dell'Agenzia delle Entrate. Dall'analisi dei trend di vendita, dei bilanci societari, della produzione e della redditività emerge la seguente situazione: nel comparto carrelli l'Italia è tra le prime cinque posizioni a livello mondiale come produttore ed esportatore e la maggiore concentrazione di questo tipo di imprese è in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia e Piemonte. Il prodotto più ricercato è il carrello industriale e le aziende lavorano principalmente con una produzione "make to order" (fabbricazione solo dopo l'ordine), dando importanza alle innovazioni tecnologiche come manutenzione e monitoraggio della flotta a distanza. Sempre più spesso si ricorre al noleggio e non alla vendita e l'80 percento del mercato è nelle mani di quattro aziende (Jungheinrich, Linde, Om Still e Toyota).
Per quanto riguarda il settore sollevamento sono state analizzate 174 imprese, la cui maggioranza risiede in Lombardia. L'80 percento del mercato diretto è costituito da PMI e nel 90 percento dei casi il cliente conosce e cerca direttamente l'azienda. Infatti, i rapporti commerciali sono frutto di relazioni di lunga durata. In questo ambito industriale la modernizzazione del prodotto è un punto debole, le macchine hanno una lunga durata (mediamente venti anni) e quindi è nella volontà esclusiva dell'imprenditore/produttore apportare quei miglioramenti in linea con le attuali esigenze (riduzione dei consumi e impatto ambientale). I mercati maggiormente ricettivi sono gli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Francia e Austria, mentre l'Italia è il secondo importatore in Germania, dopo la Cina.
Le aziende del settore gru mobili rappresentano un numero esiguo rispetto all'intero mercato della movimentazione e logistica. Le società si raggruppano principalmente nel nord della penisola e l'Italia occupa il quinto posto tra i Paesi esportatori verso gli Stati Uniti. Il cliente è un noleggiatore e quella delle gru è un area che vede lo spostamento delle strategie commerciali, dal prodotto al servizio.
Infine, sono 49 le imprese monitorate nel ramo scaffalature (industriali, leggere e commerciali), aziende che esportano in Europa una quota pari al 76 percento, mentre negli Stati Uniti solo il 2 percento. Gli elementi critici del comparto sono la mancanza di forza del marchio, l'alto livello di burocrazia che soffoca il mercato italiano e le diverse normative a livello locale e regionale che obbligano il produttore a personalizzare il prodotto per ciascun cliente, razionalizzando la catena produttiva e distributiva.
Davide Debernardi
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