All’ultimo momento Londra e Bruxelles hanno evitato la hard Brexit, ossia l’uscita senza alcun accordo della Gran Bretagna dall’unione al termine del periodo transitorio. Il 24 dicembre, la Commissione Europea ha annunciato la firma di accordo di principio “dopo intensi negoziati”. Questa prima intesa – che dovrà essere approvata dai Paesi dell’Unione e dal Parlamento europeo – è un primo passo per la stipula di futuri accordi e serve per evitare le conseguenze peggiori della Brexit, anche per il trasporto delle merci. È composta da tre parti che riguardano lo scambio delle merci, la sicurezza dei cittadini e la governance (ossia come saranno gestiti gli accordi e quali Autorità decideranno in caso di controversie).
La parte che interessa maggiormente il trasporto è quella sul libero scambio, che dispone l’assenza di tariffe e contingenti su tutte le merci conformi alle opportune regole in materia di origine. Quindi, nessun dazio da pagare e nessun contingente nella maggior parte dei casi. In una nota, la Commissione Europea scrive che “in merito ai trasporti l'accordo prevede che la connettività per via aerea, stradale, ferroviaria e marittima prosegua ininterrotta e in modo sostenibile, anche se l'accesso ai mercati si ridurrà rispetto alle opportunità offerte dal mercato unico. Sono comprese disposizioni volte a garantire che la concorrenza tra gli operatori dell'UE e del Regno Unito avvenga in condizioni paritarie, in modo da non compromettere i diritti dei passeggeri e dei lavoratori né la sicurezza dei trasporti”.
In pratica, UE e GB creano un’area di libero scambio delle merci, ma ciò non eviterà i controlli delle merci nell’ingresso e uscita dalla Gran Bretagna. Inoltre, alcuni prodotti restano fuori dall’accordo, come alcuni alimentari di origine animale, autoveicoli, tessili e calzature, che avranno così un dazio. La Commissione Europea precisa che “tutte le importazioni dovranno sottoporsi a formalità doganali” e dovranno rispondere agli standard comunitari, quindi saranno sottoposte a controlli di sicurezza e di salute.
Ancora più precisamente la Commissione Europea spiega che “dal 1° gennaio 2021 il Regno Unito non farà più parte dell'Unione doganale dell'UE. Pertanto, tutti i controlli e le formalità doganali richiesti dalla legislazione dell'UE (e in particolare dal Codice doganale dell'Unione), comprese le dichiarazioni sommarie di entrata e di uscita, si applicheranno a tutte le merci che entrano nel territorio doganale dell'UE dal Regno Unito o che lasciano tale territorio doganale per il Regno Unito. Ciò non riguarda gli scambi di merci tra l'UE e l'Irlanda del Nord, dove si applicherà il Protocollo sull'Irlanda e l'Irlanda del Nord incluso nell'Accordo di ritiro”.
Le parti riconoscono i programmi di Operatori Economici Autorizzati “consentendo agli operatori commerciali di fiducia che beneficiano di questo status di beneficiare di alcune semplificazioni e/o agevolazioni relative alla sicurezza nelle loro operazioni doganali con le autorità doganali dell'altra parte. Tuttavia, non vi è alcuna deroga a tali dichiarazioni di sicurezza, in quanto ciò richiede un allineamento tra le parti sulle norme di sicurezza”.
Per agevolare il lavoro degli operatori, l'accordo ribadisce alcuni meccanismi previsti dalla legislazione dell'UE (Codice doganale dell'Unione) e dalle norme doganali del Regno Unito per facilitare gli scambi e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese. Ciò pone le basi per una futura cooperazione doganale per il traffico ro-ro e lo scambio d’informazioni per le Dogane. Un altro problema che le imprese di trasporto affronteranno è che dovranno contemporaneamente adeguarsi alle norme di certificazione sia dell’Unione Europea, sia della Gran Bretagna. Cambieranno quindi le formalità da espletare per passare la frontiera tra UE e GB.