Dopo l’arresto ai domiciliari avvenuto il 19 luglio 2022 nei confronti di sei dirigenti nazionali di due sindacati di base – quattro del SiCobas e due di Usb – sono avvenuti in diverse località italiane blocchi spontanei e presidi nei magazzini, culminati in una manifestazione a Piacenza. Il SiCobas rilancia la protesta proclamando uno sciopero nazionale di tutte le categorie – che interesserà anche i trasporti e la logistica – a partire dalle 18.00 di martedì 2 agosto 2022. Una nota spiega che lo sciopero “si articolerà con diverse modalità nei diversi turni”.
La nota contiene anche la presa di posizione del sindacato nei confronti dell’inchiesta che ha portato agli arresti. A tale proposito, ricordiamo che il 3 agosto il Tribunale del Riesame di Bologna valuterà la richiesta di revoca dei domiciliari per i sei sindacalisti, accusati di diversi reati commessi alle vertenze attuate dal 2016, compresa l’associazione a delinquere. Secondo il SiCobas si tratta di “un teorema giudiziario estremamente pericoloso che si concretizza in un attacco senza precedenti all’esercizio del diritto di sciopero e ai diritti e alle libertà sindacali nel nostro Paese”.
Le accuse della Procura di Piacenza avrebbero “strumentalizzato singoli episodi, evitando di contestualizzare e narrare le pessime situazioni di lavoro esistenti nel settore logistico. L’ampia rappresentatività sindacale viene letta dalla Procura quale ‘elemento ricattatorio’, gli scioperi e le proteste negli anni poste in atto sono letti come richieste estorsive”.
Gli atti dell'inchiesta contano 22mila pagine che, secondo il sindacato, non conterrebbero “analisi e considerazioni che permettano di ricostruire il contesto delle pessime condizioni di vita e di lavoro precedentemente imposte a migliaia di lavoratori e lavoratrici, dei diritti basilari precedentemente negati”. Mancherebbe anche “qualsiasi forma di approfondimento sugli effetti che la capacità di autorganizzazione dei lavoratori ha saputo produrre permettendo il superamento di un sistema di vero e proprio caporalato attraverso il quale finte cooperative spesso legate alla criminalità organizzata hanno infiltrato i paradisi non solo fiscali della logistica”.
Il SiCobas rivela che sarebbe assente anche “qualsiasi cenno alle milionarie evasioni fiscali perpetrate per anni a danno dello stato e dei contribuenti , assenti gli omessi contributi previdenziali, assenti le finte buste paga con cui gli stipendi venivano pagati, assenti gli straordinari mai pagati, assenti gli improvvisi e continui cambi appalto, i programmati fallimenti di cooperative destinate a breve vita e dei loro prestanomi fantasma, assenti le centinaia di denunce presentate da parte dei lavoratori e mai prese seriamente in considera dalle istituzioni, assenti le mancate condizioni di sicurezza che hanno prodotto le conseguenze più gravi per la salute e la vita di migliaia di lavoratori e lavoratrici”.