Emanuele Greco si era imposto nel mercato siciliano degli imballaggi di cartone grazie all’appoggio di alcune famiglie mafiose di Gela appartenenti a Cosa Nostra: questa è l’accusa che ha portato al sequestro di 40 milioni, eseguito a metà gennaio 2021 dalla Guardia di Finanza di Catania. Greco è già stato condannato in via definitiva per gravi sequestro di persona, estorsione, furto, porto e detenzione di armi. Inoltre è stato rinviato a giudizio dopo l’indagine Ghost Trash con l’accusa di appartenere al clan Rinzivillo, attivo tra Ragusa e Caltanissetta.
La Divisione Distrettuale Antimafia di Catania scrive che Greco avrebbe "costituito un patrimonio societario e immobiliare grazie ai proventi delle attività illecite di estorsione, rapina e riciclaggio, riuscendo inoltre, tramite l'appoggio delle famiglie mafiose gelesi riconducibili a Cosa Nostra, a imporsi nel mercato degli imballaggi di cartone".
I Finanzieri hanno sequestrato sette società e imprese individuali della provincia di Ragusa che operano nei settori del commercio di ortofrutta e dell’imballaggio, diciotto edifici tra abitazioni e capannoni, sedici appezzamenti di terreno, un’autovettura e un motociclo.