Dopo un lungo silenzio, finalmente i vertici di Sgt hanno annunciato le loro intenzioni sul destino dell'azienda, che ha sospeso le attività il 25 marzo 2019 senza alcun annuncio o spiegazione successiva. In una comunicazione ufficiale al ministero del Lavoro e ai sindacati, la società annuncia la chiusura, tramite due azioni: il licenziamento collettivo di 155 dipendenti, ossia tutti quelli attualmente occupati, e l'intenzione di chiedere il concordato liquidatorio. La comunicazione presenta una ricostruzione degli eventi dal 25 marzo che mostra un primo tentativo di proseguire l'attività nonostante la "crisi industriale/finanziaria".
Il 26 marzo, la società ha presentato al Tribunale di Milano la richiesta di concordato preventivo, mentre ha cercato un partner commerciale, oppure un compratore dell'intera società. Un tentativo che non ha avuto successo, quindi "allo stato non vi sono elementi che potrebbero configurare una ripresa delle attività sia con continuità diretta, sia attraverso una continuità indiretta". La chiusura comprende sia la sede di Peschiera Borromeo (Milano), sia le 17 filiali in tutta Italia.
Sgt è sorta con l'affitto della Sogetras, iniziato nel luglio del 2017 con una durata di cinque anni, ma dopo la dichiarazione di fallimento della Sogetras avvenuta a dicembre del 2017 ha dovuto acquisirla. Secondo quanto affermano i vertici di Sgt, "il fallimento di Sogetras ha causato rilevanti ricadute anche in termini d'immagine e di affidamento da parte dei clienti finance, comportando un'importante riduzione di fatturato". Per affrontare questa situazione, "la società ha cercato di porre in essere delle azioni di sviluppo commerciale che si sarebbero dovute verificare medio tempore e per le quali sarebbe stata comunque necessaria una patrimonializzazione adeguata". Il 17 settembre, la società ha deliberato un aumento di capitale fino a cinque milioni di euro che però non è andato a buon fine, "comportando un aggravamento della tensione finanziaria che ha, di fatto, paralizzato il network" portando alla sospensione delle attività del 26 marzo scorso.
La domanda di concordato liquidatorio serve per evitare la dichiarazione di fallimento per "tutelare anche il ceto creditorio dei lavoratori" e per "limitare e prevenire l'insorgenza di ulteriori oneri non più giustificati non essendo ipotizzabile allo stato un piano concordatario che preveda la continuità aziendale".
Una via d'uscita per i dipendenti di Sgt pare aprirsi dopo la riunione del 4 aprile tra i sindacati confederali e i vertici di Sda Express Courier. Le parti hanno infatti firmato un accordo con il quale Sda dichiara la disponibilità a assumere prevalentemente il personale licenziato da Sgt "qualora ne abbia le reali necessità". Sda si dichiara anche disponibile a invitare i propri fornitori a rilevare il personale dei fornitori di Sgt. Una condizione per questi impegni è che Sda acquisisca tutte o in parte le attività di Sgt.
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