La Procura di Piacenza accusa quattro dirigenti del sindacato di base SiCobas e quattro dello Usb di gravi reati, tra cui associazione a delinquere, violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tali reati sarebbero avvenuti durante alcuni scioperi nella logistica avvenuti tra il 2014 e il 2021 e i magistrati hanno stabilito gli arresti domiciliari per tutti gli indagati. Inoltre, gli inquirenti ritengono che gli indagati avrebbero usato a fini personali o per retribuire i delegati gli introiti provenienti dalle conciliazioni e dal tesseramento.
La reazione delle due sigle è stata immediata ed entrambe hanno proclamato uno sciopero generale di 24 ore a partire dall’ultimo turno del 19 luglio 2022 fino al 20 luglio. “È un pesantissimo attacco alla libertà sindacale e al diritto di sciopero, portato da un settore della magistratura che si è già distinto negli anni per il suo livore antisindacale con denunce, arresti, fogli di via e divieti di dimora”, scrive il SiCobas in una nota.
Il nome più noto è quello del coordinatore nazionale del SiCobas Aldo Milani, che già in passato venne denunciato per estorsione dalla Procura di Modena e poi assolto in giudizio. Il giorno prima di questi arresti il Consiglio di Stato ha revocato il foglio di via comminato dalla Questura di Piacenza contro un militante del sindacato di base, perché considerato uno strumento di “repressione della libertà sindacale e del diritto di sciopero”.