Si apre un nuovo fronte nelle piattaforme logistiche di Amazon e questa volta all'Est. Questa è una novità per il colosso del commercio elettronico, che finora si è dovuto confrontare con i sindacati dell'Ovest, soprattutto quelli d'Italia, Spagna e Germania. Ora si fa avanti anche la Polonia, dove Amazon impiega circa 16mila persone, che servono in prevalenza i clienti della vicina Germania: i sindacati Inicjatywy Pracowniczej e Solidarność hanno annunciato la mobilitazione il 9 maggio 2019, minacciando uno sciopero se le loro richieste non saranno accolte. Essi chiedono un forte aumento salariale, la riduzione dei ritmi di lavoro e stabilità del posto di lavoro.
La richiesta salariale consiste in un aumento dagli attuali 17,5-18,5 zloty all'ora lordi ad almeno 25 zloty all'ora netti, pari a 34 lordi. In euro, ciò significa passare da circa 4 euro a quasi 9 euro lordi l'ora. I sindacati spiegano che "i dipendenti dei magazzini tedeschi lavorano circa venti ore in meno al mese, senza turni di notte, ad un ritmo più lento, e non esiste un sistema di valutazioni negative delle prestazioni. In Polonia, svolgendo lo stesso lavoro, ma in condizioni peggiori, guadagniamo tre volte meno". Le sigle chiedono anche un livello salariale uguale in tutti i magazzini perché oggi "Amazon determina il livello salariale sulla base dei dati sulla disoccupazione, la media salariale locale e la regione dove recluta i dipendenti, senza tenere conto dei profitti che ricava dal loro lavoro".
La seconda rivendicazione riguarda il modo in cui si lavora nelle piattaforme: "La crescita della produttività del lavoro dovrebbe portare a orari di lavoro più brevi e salari più elevati. Tuttavia, Amazon organizza la sua produzione in modo tale che gli standard e la produttività crescono molto più velocemente dei salari. Questo a spese della nostra salute e della nostra vita", scrivono i sindacati, aggiungendo che "come indicato dalle ispezioni dell'Ispettorato nazionale del lavoro dello scorso anno, il carico di lavoro fisico sulla maggior parte dei luoghi di lavoro esaminati è più del doppio rispetto agli standard consentiti dalla Legge". Grzegorz Cisoń di Solidarność ricorda anche che recentemente un Tribunale ha annullato il licenziamento di un dipendente di Amazon perché non rispettava i ritmi imposti dall'azienda.
I sindacati polacchi contestano pure il sistema di valutazione dei lavoratori attuato da Amazon, basandosi anche su una perizia del citato procedimento che ha portato al reintegro del lavoratore: "Il lavoro in Amazon non è organizzato in modo adeguato in relazione al suo carattere pesante e monotono e nel valutare un dipendente il datore di lavoro dovrebbe tener conto delle capacità umane, dell'età, della predisposizione e delle condizioni psicofisiche". Quindi le due sigle chiedono la sospensione dell'attuale sistema di valutazione e una nuova procedura da realizzare insieme con i rappresentanti sindacali.
La terza rivendicazione riguarda la stabilità dell'occupazione: "Amazon impiega direttamente in Polonia circa 16mila dipendenti più altre migliaia attraverso società esterne. Non è un'occupazione stagionale, quindi il personale è impiegato tutto l'anno, ma cambiando continuamente le persone. Infatti, chi riesce a rimanere in azienda è assunto a tempo determinato per un un mese, poi lavora per circa un anno e mezzo con contratto a tempo determinato. In totale, il periodo di occupazione precaria può durare un paio d'anni". Durante questo periodo, aggiungono i sindacati "i dipendenti non possono usufruire delle assenze per malattia senza rischiare il licenziamento e lavorano sempre al massimo livello, entrando in concorrenza tra loro per un altro contratto". Secondo Inicjatywy Pracowniczej e Solidarność, un periodo di prova di tre mesi è sufficiente per verificare le caratteristiche di un lavoratore, poi bisogna assumerlo con un contratto a tempo indeterminato: "Il ricorso a contratti a tempo determinato serve ad aumentare il ritmo del lavoro, esercitare pressione sui dipendenti e creare disciplina. Tali accordi consentono licenziamenti rapidi".
Dopo la proclamazione dello stato di agitazione e la minaccia di sciopero, Amazon ha inviato una mail all'agenzia Reuters, affermando che "continuiamo a gestire la nostra attività come al solito, concentrandoci sul dialogo diretto con i nostri dipendenti, che è il modo più efficace per rispondere rapidamente alle loro esigenze". Poi ha aggiunto che "Amazon ha creato più di 14mila buoni posti di lavoro in Polonia, con retribuzioni molto interessanti, oltre a prestazioni e opportunità di formazione professionale leader del settore - il tutto in un ambiente di lavoro moderno, confortevole e sicuro". Però, Maria Malinowska d'Inicjatywy Pracowniczej ha affermato che l'azienda non ha ancora risposto alle sue richieste.
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