Dopo le anticipazioni riportate ad agosto dal Sunday Times e un apposito voto del Parlamento, il Governo britannico ha dovuto pubblicare il rapporto Yellowhammer, redatto per prevedere le conseguenze di un'uscita senza accordo dall'Unione Europea. Il testo affronta dodici punti ritenuti fondamentali per la vita dei cittadini e per l'economia del Paese, tra cui ci sono i trasporti, da cui dipende l'approvvigionamento di materie prime, semilavorati, alimenti, farmaci e beni di consumo dell'isola. Il rapporto sottolinea la delicatezza soprattutto dell'attraversamento della Manica: l'autotrasporto sarebbe un anello debole della filiera logistica, perché l'intasamento nell'attraversamento della Manica ridurrebbe sia i veicoli comunitari in ingresso, sia quelli britannici in uscita. Il rapporto stima che l'85% dei camion provenienti da Dover non riuscirebbe a superare i controlli doganali francesi, con una riduzione del traffico merci tra il 40% e il 60%. Ciò comporterebbe ripercussioni soprattutto sui prodotti deperibili, come alimenti e farmaci, causando caos e perfino rivolte in Gran Bretagna. Un altro punto debole è il confine con la Repubblica d'Irlanda: se venissero attuati i controlli delle merci e delle persone salirebbe la tensione nell'Ulster, mentre se si aprisse al libero transito emergerebbero rischi "economici, legali e di biosicurezza", creando anche un notevole traffico di contrabbando.
Il rapporto sottolinea che il giorno dell'uscita (il 31 ottobre) è un giovedì, quindi il primo giorno di Brexit sarà venerdì, un elemento che potrebbe peggiorare la situazione fin dall'inizio per la prossimità del week-end. Il 1° novembre la Francia imporrà i controlli delle merci alle frontiere e quel giorno "tra il 50% e l'80% dei veicoli industriali che viaggeranno attraverso la Manica potranno non essere pronti per i controlli doganali francesi". La carenza di spazi per parcheggiare questi veicoli aggraverà la situazione, intasando le strade in entrambi i versanti della Manica. Nelle settimane successive la situazione potrebbe migliorare, ma il problema potrà durare a lungo. In termini di tempo, le attese alle frontiere potrebbero durare da un giorno e mezzo a due giorni e mezzo, considerando anche le lunghe cose di veicoli che si formerebbero in Francia e nel Kent. Bisogna anche tenere conto che ogni veicolo non ritarderà solo all'andata, ma anche al ritorno, riducendo così la capacità di trasporto complessiva.
Un altro fattore temporale negativo è la vicinanza della Brexit alle festività natalizie, un periodo di punta nella domanda di beni di consumo e quindi di trasporto. Si potranno rilevare carenze soprattutto negli alimenti deperibili, la cui domanda cresce proprio in questo periodo e che sono difficili da stoccare in anticipo perché richiedono impianti specializzati. "Il Governo non potrà prevenire completamente tutti gli impatti potenziali nella supply-chain agro-alimentare", scrive il rapporto. Quindi "esiste il rischio che la paura di non poter trovare i prodotti possa aumentare i problemi della supply chain".
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