Mentre l’organizzazione dei lavori per la costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova, emergono anche i primi problemi causati dai cantieri. La logistica del grande cantiere prevede infatti che la costruzione di 39 dei 97 enormi cassoni che devono essere immersi per formare la base dell’opera avvenga nel quartiere di Pra’, in un’area attigua al terminal di Psa e davanti al Lido di Pegli. Il luogo ritenuto "più adeguato, per posizione, logistica e profondità del fondale", come ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini, che ha assicurato che la piattaforma sarà smontata dopo due anni dall’inizio dei lavori, previsto per la primavera del 2024.
Gli altri cassoni saranno costruiti a Vado Ligure e a Piombino. Il cantiere genovese ospiterà anche un impianto di betonaggio, così da ridurre il trasporto di materiale dall’esterno e l’Autorità portuale stima che transiteranno tre camion all’ora, viaggiando direttamente dallo svincolo di Genova Pra’ al cantiere, senza intralciare il traffico cittadino, mentre il materiale di riempimento arriverà dal mare.
Rassicurazioni che però non piacciono ad alcuni abitanti di Pra’, che hanno espresso la loro opposizione al cantiere manifestando il 27 gennaio davanti al Municipio di Ponente, proprio durante la presentazione del progetto. È iniziata anche una petizione online intitolata “basta servitù a Ponente”. Gli oppositori affermano che la costruzione dei cassoni, che saranno alti 50 metri e larghi 40 metri avrà, avrà un forte impatto visivo, tenendo contro che il cantiere disterà meno di un chilometro dalle abitazioni.