L'indagine svolta dall'Antitrust europea ha coinvolto la compagnia marittima cilena Csav, quelle giapponesi K Line, MOL e NYK e la scandinava WWL-EUKOR. Al termine dell'inchiesta le ha condannate a una multa di 395 milioni per avere formato un cartello dall'ottobre 2006 a settembre 2012 per il trasporto oceanico di autoveicoli nuovi. Per attuare questo comportamento anti-concorrenziale, i direttori vendita delle società hanno tenuto diversi incontri per concordare condizioni, suddividersi i clienti e scambiare informazioni commercialmente sensibili su alcuni elementi dei noli, come commissioni e supplementi per le fluttuazioni delle valute o il prezzo del petrolio.
La Commissione precisa che "i vettori hanno convenuto di mantenere lo status quo sul mercato e di rispettare reciprocamente l'attività tradizionale di ciascuno su determinate rotte o con determinati clienti, presentando prezzi artificialmente elevati o non quotandosi affatto in gare d'appalto emesse dai costruttori di veicoli". Le cinque compagnie multate hanno trasportato su rotte transatlantiche quasi la metà dei quasi dieci milioni di veicoli importati o esportati nel 2016 dalla Unione Europea.
L'indagine è partita da un'autodenuncia della MOL, fatta per ottenere l'esenzione dalla multa, come prevede la normativa comunitaria. Durante l'indagine, l'Antitrust ha collaborato con le Autorità gemelle di Australia, Canada, Giappone e Stati Uniti. Quando ha stabilito le ammende, la Commissione ha considerato il "valore delle vendite sulle rotte intercontinentali da e verso lo spazio comune europeo realizzate dai partecipanti al cartello per i servizi di trasporto, della natura grave dell'infrazione, della sua portata geografica e della sua durata".
MOL è riuscita ad ottenere la piena immunità, quindi anche se considerata colpevole non dovrà pagare la sanzione di 203 milioni comminata dall'Antitrust. Csav, K Line, NYK e WWL-EUKOR hanno beneficiato di riduzioni delle ammende per la loro cooperazione con la Commissione. Tali riduzioni riflettono i tempi della loro collaborazione e la misura in cui le prove fornite hanno aiutato la Commissione a provare l'esistenza del cartello. Inoltre, la Commissione ha applicato una riduzione del dieci percento a tutte le società "in considerazione della loro presa di conoscenza della partecipazione all'intesa e della loro responsabilità a tale riguardo".
La sanzione maggiore è stata comminata a WWL-EUKOR che, nonostante lo sconto complessivo del 30%, dovrà pagare 207,335 milioni. Anche la giapponese NYK ha ottenuto una riduzione del 30% e dovrà pagare 141,820 milioni. Con lo sconto del 60%, K Line dovrà versare 39,1 milioni, mentre Csav con lo sconto del 35% dovrà pagare 7,033 milioni.
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