Il Parlamento europeo ha chiesto l’esenzione dal sistema di quote di emissioni Ets per le tratte marittime soggette a obblighi di servizio pubblico, mentre il Consiglio Europeo la ha chiesta per i collegamenti per le isole minori. Se accolte, tali richieste escluderebbero dall’applicazione dell’Ets le rotte dedicate al trasporto combinato strada-mare, un'attività dove le compagnie marittime italiane hanno il 37% nel Mediterraneo. Perciò, il 29 settembre 2022 intervenendo alla Naples Shipping Week, Matteo Catani - membro del Consiglio direttivo e presidente della Commissione Cabotaggio e Autostrade del Mare - e il segretario generale Alberto Rossi hanno chiesto al futuro Governo di comprendere queste attività nell’Ets.
“Se non otterremo l'estensione nella Direttiva finale ci troveremo di fronte a una lesione del principio di proporzionalità dell’UE, visto che l’Italia sarebbe maggiormente penalizzata da queste misure rispetto ad altri Stati membri vista la sua dipendenza dal trasporto marittimo”, ha spiegato Cattani. Rossi ha aggiunto che mettere a rischio le autostrade del mare, finanziate tramite il Marebonus “significherebbe correre il rischio di uno switch modale inverso, cioè dal mare alla strada: altro che sostenibilità ambientale, aumenterebbero il traffico, l’incidentalità e l’inquinamento. Un altro obbiettivo deve essere quello di far sì che quanto incassato con l’Ets in Italia rimanga nel nostro Paese e sia allocato per finanziare investimenti a terra e a bordo e in ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di rendere le flotte sempre più compliant con la normativa”.
I due esponenti di Assarmatori hanno segnalato anche un'altra proposta che minaccia le autostrade del mare, ossia l’applicazione senza correttivi del Cii (Carbon Intensity Indicator) dell'Imo. Tale strumento prevede l’assegnazione alle navi di una graduatoria da A a E. Un recente studio del Rina per Assarmatori mostra come entro il 2025 la flotta traghetti italiana avrebbe oltre il 73% delle navi non ottemperanti alla norma e quindi potenzialmente non più in grado di navigare. “Dobbiamo cambiarne la metrica”, ha dichiarato Rossi. “ Il Cii infatti prende in considerazione anche la percentuale di emissioni prodotte durante la sosta in porto, peggiorando di conseguenza drasticamente in modo ingiustificato il rapporto tra CO2 emessa e miglia percorse. Occorre quindi un correttivo specifico, che permetterebbe di rendere il profilo di rating della flotta traghetti italiani più attinente al profilo di rating definito per la flotta mondiale”.