Anche la compagnia marittima francese Cma Cgm e la taiwanese Evergreen hanno deciso di sospendere la navigazione nel Mar Rosso, unendosi così a Maersk, Msc e Hapag-Lloyd per evitare il rischio nel passaggio nello stretto di Bab Al Mandab, davanti alle coste yemenite, dove gli Houthi stanno colpendo le navi con missili e droni e dove è ripresa l’attività dei pirati somali.
Queste cinque compagnie trasportano la maggior parte dei container dall’Asia all’Europa, che ora devono seguire la rotta di Capo di Buona Speranza, allungando i tempi di viaggio e aumentando i costi. Nell’ultimo mese già 55 navi hanno fatto questa scelta, secondo una dichiarazione dell’Autortà del Canale di Suez del 16 dicembre 2023.
Per affrontare questa crisi, il 18 dicembre la US Navy sta potenziando la presenza di navi militari nell’area e il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha avviato l’operazione Prosperity Guardian per formare una squadra navale internazionale per la protezione della navigazione nell’area. Vi hanno già aderito Francia e Gran Bretagna.
Non si parla per ora di un attacco diretto agli Houthi, bensì di costituire convogli scortati dalle navi militari, che possono intercettare sia missili e droni, sia imbarcazioni o elicotteri che vogliano abbordare i mercantili. Una soluzione sicuramente migliore della circumnavigazione dell’Africa, ma che rallenterà comunque la navigazione attraverso il Canale di Suez.
Intanto il primo ministro della Bulgaria ha dichiarato di voler avviare una trattativa con i pirati somali che hanno sequestrato la rinfusiera Ruen, appartenente a una compagnia bulgara. La nave venne abbordata il 15 dicembre 2023 al largo delle coste yemenite. L’equipaggio si rifugiò nella cittadella della nave, però i pirati riuscirono a catturarlo e obbligarlo a condurre il cargo al largo di Bander Murcaayo, nella regione somala del Puntland. Questo è il ritorno della pirateria somala, che non compiva un’azione dal 2017, quando sequestrò il mercantile Aris.