Dopo i presidi al confine autostradale del Brennero contro le importazioni dall’Europa di prodotti agro-alimentari, gli agricoltori italiani hanno spostato il 29 maggio 2024 la protesta nei porti, con due manifestazioni svolte con gommoni a Bari e Salerno organizzate da Coldiretti. Le imbarcazioni mostravano striscioni con le scritte “Stop falso cibo italiano” e “Basta import sleale” e hanno avvicinato le navi al grido di “No fake in Italy”.
A Bari la protesta era indirizzata contro una nave, definita da Coldiretti “fantasma”, che trasportava grano dalla Turchia. Tale definizione, spiega l’associazione, deriva dal fatto che questa nave “di cui si erano perse le tracce dopo che aveva lasciato la Tunisia, da cui risulta sia stata respinta”, avrebbe “toccato le coste greche per arrivare nello scalo pugliese”.
Nel 2023 le importazioni di grano turco sono aumentate dell’800%, quelle dalla Russia del 1000% e quella dal Kazakistan del 170%, precisa Coldiretti. L’associazione aggiunge che “solo nei primi due mesi del 2024 sono arrivati quasi 35 milioni di chili di frumento duro turco, quasi lo stesso quantità registrato in tutto il 2022. Ma nel 2023 sono cresciute del 47% anche le importazioni di grano duro dal Canada trattato con il glifosato in pre-raccolta secondo modalità vietate a livello nazionale”.
La protesta di Salerno è stata diretta contro la portacontainer che ha concluso il primo viaggio bimodale mare-rotaia iniziato il 29 aprile 2024 in Cina da China-Europe Railway Express per trasportare quaranta container carichi di concentrato di pomodoro cinese. Questa spedizione è già stata contestata da alcune associazioni internazionali, perché questo prodotto sarebbe stato raccolto e lavorato sfruttando la minoranza degli Uiguri nella regione dello Xinjiang .
Secondo Coldiretti, “lo scorso anno l’Italia ha importato 85 milioni di chili di pomodoro trasformato cinese, proveniente in gran parte proprio dallo Xinjiang nonostante il fatto che gli Stati Uniti nel abbiano vietato l’importazione sul proprio territorio dal gennaio 2021 per evitare di sostenere il lavoro forzato”. Anche a Salerno la nave è stata avvicinata dai gommoni dell’associazione.
Coldiretti chiede la revisione del criterio dell’ultima trasformazione del Codice Doganale sull’origine dei cibi, “quello che oggi permette il furto d’identità dei nostri prodotti made in Italy e fa vendere come italiano un prosciutto fatto con cosce di maiale provenienti dall’estero”, scrive l’associazione. Coldiretti obietta che oggi l'origine dei cibi scritta in etichetta è il Paese dove avviene l’ultima trasformazione.
“Riteniamo che non può e non deve essere l’ultima trasformazione, ma il prodotto che viene utilizzato, che ne deve esaltare quella che è l’italianità”, dichiara il presidente Ettore Prandini. “Per questo siamo oggi nei porti, per denunciare questa stortura che mette a rischio il nostro made in Italy e le nostre aziende e per questo stiamo raccogliendo 1 milione di firme per la richiesta di una legge popolare europea per ottenere l’obbligo di origine su tutti i prodotti in tutta Europa”.