Che cosa succederà alla riforma dei porti, in questa fase di transizione dall'ex-ministro Lupi al prossimo titolare del ministero dei Trasporti, ancora ignoto? L'intero settore del trasporto marittimo sta ponendosi questa domanda e non sembra prevalere l'ottimismo, anche perché già prima l'iter sembrava piuttosto rallentato. Per ora, quindi, i rappresentanti degli operatori si limitano agli auspici e lanciano appelli.
"Auspico quindi con forza che il processo di ammodernamento della portualità e della logistica nazionali sia concluso", dichiara il presidente di Confetra, Nereo Marcucci. "Il lavoro della commissione di tecnici voluta dal ministro Lupi per attuare la volontà del Parlamento è terminato da tempo. Tradurlo in norme di immediata attuazione può contribuire alla ripresa economica grazie ad un contesto più favorevole ed alla saturazione dei porti e della logistica del nord Europa".
Assoporti non teme solo un rallentamento, ma anche uno stravolgimento della riforma, nelle parole del suo presidente Pasqualino Monti: "Ci auguriamo che non venga vanificato il lavoro svolto per una riforma equilibrata di cui i porti hanno bisogno. È necessario altresì rifuggire sia alle tentazioni che ancora esistono di lasciare tutto com'è, sia di azzerare il lavoro fatto adottando soluzioni traumatiche, al di fuori del percorso di riforma tracciato. Soluzioni che potrebbero deteriorare in modo grave la situazione, compromettendo gli sforzi che la portualità italiana sta attuando con successo per il rilancio della competitività dei porti e del Paese".
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