Il testo del decreto approvato ieri dal Consiglio di Ministri ricalca quanto già previsto nella riforma portuale del ministero dei Trasporti, pur recependo le osservazioni del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari e le proposte emendative della Conferenza Unificata. Le attuali 24 Autorità Portuali si trasformano in 15 Autorità di Sistema Portuale, che governano 57 porti. Il testo contiene anche una semplificazione burocratica, col fine di semplificare le procedure.
Il ministero ha quindi diffuso l'elenco ufficiale, con le competenze, delle quindici Autorità di Sistema Portuale. Che sono:
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale: porti di Genova, Savona e Vado Ligure
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale: porti di La Spezia e Marina di Carrara
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale: porti di Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, e Rio Marina e Cavo
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale: porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale: porti di Napoli, Salerno e Castellamare di Stabia
- Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale, Jonio e dello Stretto: porti di Gioia Tauro, Crotone (porto vecchio e nuovo), Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Messina, Milazzo, Tremestieri, Vibo Valentia e Reggio Calabria
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Di Sardegna: porti di Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e Santa Teresa di Gallura (solo banchina commerciale)
- Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale: porti di Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani
- Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale: porti di Augusta e Catania
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale: porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli
- Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio: porto di Taranto
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale: porti di Ancona, Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto (esclusa darsena turistica) e Ortona
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale: porto di Ravenna
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale: porti di Venezia e Chioggia
- Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale: porto di Trieste
In una nota, il ministero dei Trasporti spiega che: "Alle quindici Autorità di Sistema Portuale viene affidato un ruolo strategico di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema dei porti della propria area. Avrà funzioni di attrazione degli investimenti sui diversi scali e di raccordo delle amministrazioni pubbliche. L'Autorità di Sistema Portuale avrà al suo interno due sportelli unici. Stretta la relazione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in particolare per il Piano Regolatore di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali con contributi nazionali o comunitari". Le Regioni potranno chiedere l'inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale.
Il decreto conferma che il governo delle Autorità di Sistema sarà nelle mani di poche persone, ossia un Comitato di gestione che comprende da tre a cinque persone. Tale Comitato è guidato da un presidente "di comprovata esperienza nell'economia dei trasporti e portuale e con ampi poteri decisionali", che è scelto dal ministro dei Trasporti, d'intesa con la Regione o le Regioni interessate dall'Autorità di Sistema.
I rappresentanti degli operatori e delle imprese, che finora fanno parte del Comitato Portuale, restano fuori dalla stanza dei bottoni e d entrano in un comitato consultivo denominato Organismo di partenariato della Risorsa Mare. In pratica, spiega il ministero "potranno partecipare al processo decisionale, non potranno più votare atti amministrativi". A Roma sorge una Conferenza nazionale di coordinamento delle Autorità di Sistema Portuale, che dovrebbe garantire coerenza con la strategia nazionale. Il suo scopo è stabilire una programmazione nazionale delle scelte strategiche e infrastrutturali, fino a definire un Piano regolatore portuale nazionale.
Un altro capitolo importante del decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri riguarda la semplificazione amministrativa. Oggi, una spedizione in arrivo o un partenza dai porti italiani può sottostare a 113 procedimenti amministrativi attuati da 23 soggetti. La riforma prevede due sportelli per ciascun porto: lo Sportello Unico Doganale per il Controllo sulla merce, che già si avvale delle semplificazioni attuate dall'Agenzia delle Dogane, e lo Sportello Unico Amministrativo per tutti gli altri procedimenti e per le altre attività produttive in porto non esclusivamente commerciali. Il provvedimento contiene anche semplificazioni sulle modalità di imbarco e sbarco passeggeri e misure di snellimento delle procedure e innovazione amministrativa per l' adozione dei Piani Regolatori Portuali.
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